Risalgono i contagi in tutto il mondo, gli esperti temono la terza ondata. Al primo posto gli Stati Uniti con 3 milioni di nuovi casi in 15 giorni, segue il Regno Unito vittima della variante inglese. Italia ottava con tasso di mortalità ancora alto. In Cina si torna a morire per Covid
«I dati europei sono in significativo peggioramento. La situazione non può essere sottovalutata. Lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova forte ondata». Il ministro della Salute Roberto Speranza non lascia dubbi durante l’incontro con le regioni. I dati del contagio da Covid-19 sono in peggioramento e l’ombra delle terza ondata sembra quasi inesorabile.
Hans Kluge, direttore regionale Oms per l’Europa, ha ribadito che da inizio 2021 «la diffusione del virus è stata sostenuta e mostra tassi di infezione molto elevati». «In quei Paesi – ha aggiunto – dove ci sono segni di stabilizzazione o addirittura di diminuzione dell’incidenza, questo dato deve essere preso con una certa cautela. Non può ad esempio ancora essere determinato l’impatto del periodo di vacanza, delle riunioni familiari e di comunità e l’eventuale allentamento delle distanze fisiche e dell’uso di mascherine. Anche le attività di test e notifica potrebbero essere state inferiori durante le festività natalizie, dando luogo a un quadro incompleto dell’attuale situazione epidemiologica».
Secondo il monitoraggio dell’Ecdc, dal 28 dicembre al 10 gennaio si sono registrati circa 9 milioni e 500mila nuovi casi nel mondo. Con circa 169 mila decessi. Gli Stati Uniti restano in cima alla classifica degli aumenti, con oltre 3 milioni dei casi registrati solo tra i loro confini. Da sette giorni il conto dei nuovi casi supera sempre i 200mila ogni 24 ore, secondo il bilancio della Johns Hopkins University. Fino ad ora non si era mai arrivati a cifre simili per così a lungo.
Le autorità sanitarie statunitensi si stanno affidando alla somministrazione dei vaccini per ridurre l’espandersi del contagio, accelerando rispetto alle tabelle di marcia previste. In California alcuni luoghi adibiti a fiere o eventi di massa sono stati riconvertiti in “super-centri” per la vaccinazione. Tra questi lo stadio di baseball dei Los Angeles Dodgers, il parco Disneyland di Anaheim, il Petco Park di San Diego e la sede dell’Expo di Sacramento. Il vaccino si somministra in forma “drive in”, senza nemmeno scendere dalla macchina.
Al secondo posto con 742.619 nuovi positivi in due settimane c’è il Regno Unito. La variante inglese, scoperta meno di un mese fa e classificata dagli esperti come più contagiosa e trasmissibile, ha modificato i pronostici del paese. Ad oggi, secondo i dati Oms, la variante è presente in 25 paesi della regione europea. La tendenza in discesa si è interrotta e anche il numero di morti è balzato a 10mila nelle ultime settimane di festa. Ora la Gran Bretagna è isolata dal resto dell’Europa, in una quarantena tesa a evitare la diffusione della variante. Le principali città, con Londra come capofila, affrontano il terzo lockdown generale dall’inizio della pandemia.
Con 15,49 morti ogni 100mila abitanti, il tasso inglese è superato solo dalla Repubblica Ceca. Il ministero della Salute ha aperto, per fronteggiare le perdite, la campagna vaccinale più vasta d’Europa. Ad oggi il Regno Unito è l’unico paese ad aver approvato anche il vaccino Oxford-AstraZeneca e iniziato ufficialmente la distribuzione. Inoltre, è passata la decisione di dilatare i tempi di somministrazione della seconda dose, quella di richiamo, per consentire il primo shot al maggior numero possibile di persone. Ad oggi le dosi usate sono oltre 2 milioni.
Sulla variante ha parlato Kluge. «Finora comprendiamo – ha detto – che non vi è alcun cambiamento significativo nella malattia prodotta, il che significa che Covid-19 non è né più né meno grave. Si diffonde in tutte le fasce d’età e i bambini non sembrano essere a maggior rischio. Ma con una maggiore trasmissibilità e una simile gravità di malattia, la variante solleva allarme: senza un maggiore controllo finalizzato a rallentarne la diffusione, ci sarà un maggiore impatto su strutture sanitarie già stressate».
Successivi nella classifica Ecdc, rispettivamente al terzo, quarto e quinto posto ci sono Brasile, Russia e Germania. Con 647mila nuovi casi e 12mila morti in 14 giorni, il Brasile di Jair Bolsonaro resta il paese più colpito in America Latina. Il sindaco di Manaus, Arthur Virgilio, ha definito la crisi sanitaria “grave” e annunciato che gli ospedali sono stati travolti dai malati. Prospettando anche una saturazione dei cimiteri. In un’intervista radio, Virgilio ha aggiunto che la gente è disperata di fronte alle richieste del personale sanitario di «tornare tra due giorni» per il ricovero in ospedale.
Alla saturazione degli ospedali si è aggiunta inoltre la posizione del presidente Bolsonaro sui vaccini. In più di un’occasione pubblica il premier ha annunciato di essere contrario all’obbligo e di essere intenzionato a non fare il vaccino anti-Covid. Affermazioni criticate dalle autorità sanitarie come cattivo esempio e definite da Virgilio inaccettabili «di fronte alle fosse comuni che stiamo riaprendo».
Spagna, Italia e Francia – tutte e tre intorno ai 200mila nuovi casi – riferiscono le stesse preoccupazioni. Con reparti di ospedale che tornano ad affollarsi e personale sanitario ancora provato dalle seconda ondata. L’Italia presenta però una particolarità rispetto agli altri due paesi. Il numero di morti per 100mila abitanti è di 11,32. Più vicino al tasso americano che a quello spagnolo (4,59) o a quello francese (6,93). Con il numero di vaccinazioni più alto in Europa, il nostro Paese spera di piegare la terza ondata con gli effetti del nuovo Dl e il piano vaccini ultimato dal commissario Arcuri.
Intanto in Oriente la Cina ha confermato un decesso a causa della pandemia di coronavirus. Non succedeva da maggio, da otto mesi, che il bilancio dei morti per complicanze legate al Covid-19 venisse aggiornato. Il bollettino ufficiale è così salito a 4.635 con l’ultimo decesso confermato nella provincia settentrionale di Hebei, dove preoccupa la diffusione dei contagi. La Commissione sanitaria nazionale ha dato notizia di 138 nuovi casi di coronavirus, 124 di trasmissione locale (81 nella provincia di Hebei e 43 in quella nordorientale di Heilongjiang) e 14 importati dall’estero, oltre a 78 casi relativi a pazienti asintomatici. Ad oggi la Cina ha confermato un totale di 87.844 contagi, con 82.324 persone dichiarate guarite dopo aver contratto l’infezione.
Intanto nella megalopoli cinese di Wuhan è arrivato il team di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) incaricati di studiare le origini della pandemia. All’interno esperti esperti provenienti da Germania, Australia, Danimarca, Usa, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Qatar e Vietnam.
Lo riferisce l’agenzia ufficiale cinese Xinhua, aggiungendo che gli esperti lavoreranno con “gli scienziati cinesi”. All’arrivo, riporta l’agenzia Dpa, gli esperti sono stati sottoposti al test per il coronavirus e dovranno rispettare una quarantena di due settimane. Per due di loro però, il viaggio si è interrotto a Singapore, dove sono risultati positivi al test sierologico per Covid-19. Tutti gli altri sono arrivati a Wuhan e ora dovranno osservare una quarantena di due settimane.
Come specificato da Michael Ryan dell’Oms, a più di un anno dall’inizio dell’emergenza, l’obiettivo non è «stanare i colpevoli» con questo viaggio, ma «capire l’origine della pandemia». Le autorità cinesi hanno sottolineato che il team lavorerà con gli scienziati del gigante asiatico, «raddoppiando l’impegno comune di entrambe le parti per capire meglio il virus ed evitare in modo più efficace la diffusione in futuro della malattia contagiosa».
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