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Il combinato disposto di nuovi positivi per la variante Delta e vaccinati con terza dose potrebbe condurre Israele per primo al risultato sperato: con il terzo boost secondo i primi dati la protezione torna al 96%
Per Israele potrebbe essere ufficialmente in arrivo l’immunità di gregge. Lo hanno fatto sapere i funzionari del ministero della Salute autoctono, che hanno parlato di un’attesa di due mesi perché accada. Ovviamente, se il ritmo delle vaccinazioni si manterrà alto come è stato finora.
In quel caso, «c’è una buona probabilità che entro il prossimo mese o due raggiungeremo una situazione che è molto simile all’immunità di gregge», hanno dichiarato. Il calcolo si basa sulla consapevolezza che nelle prossime settimane decine di migliaia di israeliani risulteranno positivi al Covid-19 e tanti riceveranno la terza dose di vaccino. Quel che ne verrà fuori si definisce “combinato disposto” e renderà oltre l’80% della popolazione protetta dal virus. Riproponendo lo status raggiunto a giugno, prima dell’arrivo della variante Delta.
La distribuzione della terza dose è iniziata il mese scorso in Israele, indirizzata prima agli over 60 e poi agli over 40. Ora il paese ne sta finalmente verificando i risultati in quanto le ospedalizzazioni di persone in questa fascia di età sono ulteriormente diminuite. Secondo gli ultimi studi la protezione contro Covid, con un terzo richiamo, balzerebbe nuovamente al 96%.
Israele inizia a vedere i primi risultati della terza dose agli over 40. E sono positivi. Da tre giorni la terza dose è aperta agli over 12.
Il mondo intero guarda con interesse a Israele come apripista, mentre gli scienziati del luogo definiscono la terza dose l’arma vera contro le varianti. I primati potrebbero continuare con il raggiungimento dell’immunità di gregge. Intorno però le discussioni continuano: è giusto che Israele prosegua così quando metà del mondo non ha ricevuto neppure la prima dose?