Dopo le dimissioni del premier Mario Draghi il proseguo della legislatura resta appeso a un filo: senza il MoVimento 5 stelle verrebbe meno la formula del governo di unità nazionale e dunque difficilmente il premier resterebbe. Tra le ipotesi voto a ottobre e Draghi bis
Sono in fermento i palazzi della politica dopo l’apertura della crisi da parte del MoVimento 5 stelle, sancita dall’uscita dall’Aula in Senato al momento del voto sul Decreto Aiuti e dalle successive dimissioni del premier Mario Draghi respinte però dal Quirinale.
Diversi gli scenari possibili in vista della verifica parlamentare convocata al Senato per martedì 19 luglio e alla Camera per mercoledì 20 luglio: il MoVimento 5 stelle potrebbe far rientrare la crisi e confermare la fiducia a Mario Draghi oppure, in assenza di novità, il presidente del Consiglio potrebbe confermare le dimissioni e il Capo dello Stato sciogliere le Camere. La terza ipotesi è quella di un Draghi bis senza l’appoggio del MoVimento 5 stelle ma solo con l’appoggio di Lega, Forza Italia, Italia Viva, Partito Democratico e Insieme per il Futuro: i numeri ci sarebbero sia alla Camera che al Senato.
Mentre i partiti si interrogano sull’esito della crisi, si ferma l’attività parlamentare: alla Camera in calendario resta la riforma della legge 24 del 2017, la cosiddetta legge Gelli, mentre al Senato c’è al delega per la riforma degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico. Ma è molto probabile che l’esame dei disegni di legge, qualora la crisi trovi una soluzione, riprenda solo dopo il chiarimento parlamentare atteso a metà settimana.
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