Il Presidente del Consiglio è intervenuto a Montecitorio. Un passaggio è stato dedicato alle risorse destinate alla sanità: «21 miliardi per potenziare l’assistenza ospedaliera e territoriale, valorizzare e assumere il personale e investire nella formazione»
“Viva l’Italia”. Ha concluso così l’informativa alla Camera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tra gli applausi della maggioranza e le contestazioni delle opposizioni. Un passaggio particolarmente atteso dopo l’apertura della crisi di governo che vedrà il suo momento topico domani, con la conta al Senato che si preannuncia molto più complicata per l’esecutivo rispetto a Montecitorio, dove la maggioranza è solida anche senza Italia Viva che la settimana scorsa ha ritirato la sua compagine ministeriale.
Nel discorso di Conte la rivendicazione delle misure prese dallo scoppio della pandemia, in primis quelle sulla sanità e sulla tutela della salute, il riconoscimento del contributo delle opposizioni con le loro proposte, l’apertura della maggioranza ai «costruttori» e al contributo delle «forze europeiste, liberali, popolari, socialiste». Ma nessun accenno di conciliazione verso il partito di Renzi, al quale ha attribuito il peso della crisi: «Tante famiglie che ci stanno guardando in questo momento stanno soffrendo per la perdita dei propri cari. Non c’è nessun fondamento plausibile a questa crisi».
Il discorso di Conte è durato poco meno di un’ora: una dozzina gli applausi della maggioranza, mentre diverse volte sono arrivate le proteste di alcuni parlamentari del centrodestra che, alla fine del discorso, hanno intonato il coro «dimissioni, dimissioni».
Conte, che ha annunciato che non terrà la delega all’Agricoltura e quella ai Servizi segreti, ha comunicato l’avvio di un confronto con le parti sociali sul Recovery Plan in attesa delle osservazioni del Parlamento.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha definito «molto convincente» l’intervento di Conte. «L’interesse del Paese viene prima di ogni cosa» ha spiegato Speranza.
La prima parte del discorso dell’avvocato di Volturara Appula è stata dedicata allo ‘tsunami’ rappresentato dalla pandemia da Covid-19. Sul punto Conte ha rivendicato tutte le scelte politiche fatte: la «tutela prioritaria della salute» come previsto dalla Costituzione e le misure restrittive dei diritti delle persone «operando delicatissimi bilanciamenti dei principi e dei diritti costituzionali».
Pur nella drammaticità del contesto, il presidente del Consiglio ha voluto manifestare apprezzamento per la «grande responsabilità della maggioranza»: la crisi pandemica «ha rafforzato nelle forze politiche che hanno sostenuto il governo il valore del dialogo anche tra posizioni distanti».
«Il dialogo tra la politica e la scienza si è infittito notevolmente – ha ricordato Conte – ma mai come in questo periodo la politica è stata chiamata ad assolvere scelte per il bene comune, alcune di portata tragica. La scelta di tutelare la salute come diritto fondamentale delle persone è stata politica come politica è stata la scelta di destinare risorse a sostegno di lavoratori, imprese, categorie fragili. Questi interventi ci hanno permesso di erigere una cintura di protezione sociale ed economica».
Tra le tante misure nel corso dell’ultimo anno, Conte non poteva non citare quelle a sostegno della tenuta del Sistema sanitario nazionale duramente provato da mesi di pandemia.
Dunque ha ricordato la legge di bilancio 2021 con «oltre 21 miliardi da spalmare dal 2021 al 2026» al fine di «potenziare la rete di assistenza ospedaliera e territoriale, valorizzare il personale medico-infermieristico, assumere personale sanitario e investire nella formazione di medici e infermieri».
Un lungo applauso ha accompagnato il passaggio sull’assegno unico mensile che coinvolgerà 12 milioni e mezzo di bambini e di ragazzi.
Sull’adesione al Mes, chiesta da Italia Viva, ha ribadito che nulla c’entra con il Next Generation Ue e con il Recovery Plan.
Sul fronte del welfare, Conte ha voluto ricordare che tra le priorità del governo ci sono «gli investimenti nel welfare, calibrati su bisogni sociali che restano ancora non pienamente soddisfatti – come i servizi abitativi, i servizi per l’infanzia e per la famiglia, i servizi di cura e a beneficio delle vulnerabilità e degli anziani – che sono fondamentali per generare un elevato ritorno economico e occupazionale, con vantaggi diffusi per tutto il Paese».
Infine il Piano vaccini: la priorità è «lavorare tutti insieme per mettere in sicurezza il Paese e portarlo fuori dalla pandemia. Siamo primi nella Ue sui vaccini ma dobbiamo lavorare con attenzione sui nuovi vaccini e sulle terapie monoclonali».
Come preannunciato dalle indiscrezioni, il discorso del premier non è stato troppo duro verso Matteo Renzi e Italia Viva, anche se Conte non ha rinunciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Rischiamo tutti di perdere contatto con la realtà. C’era bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? I ministri e gli alleati di governo sono testimoni del fatto che abbiamo compiuto ogni sforzo per evitare che questa crisi latente potesse esplodere nonostante critiche sempre più incalzanti».
Quindi ora, secondo Conte, «non si può cancellare quello che è accaduto e recuperare quel clima di fiducia che sono condizioni imprescindibili per poter lavorare tutti insieme per il Paese». Parole che sembrano, almeno per il momento, una netta chiusura a una eventuale ricomposizione della frattura con Italia Viva.
Ecco così maturare nelle parole del premier l’appello ai “costruttori”: «Il governo ha bisogno di massimo consenso possibile e il più ampio consenso in Parlamento. Servono un governo e forze parlamentari volenterose e consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della sua delicatezza, donne e uomini capaci di rifuggire da egoismi inutili e personalismi, disponibili a mantenere una elevata dignità nella politica».
«Mi rivolgo a chi vuole farsi costruttore insieme a noi di questa alleanza: questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva – ha aggiunto il Presidente del Consiglio -. Questa alleanza sarà chiamata a esprimere una imprescindibile vocazione europeista. Forze politiche, quindi, che sono chiamate a operare una chiara scelta di campo contro le derive nazionaliste e le logiche sovraniste. Chiedo appoggio limpido a forze europeiste, liberali, popolari, socialiste. A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’Italia dico: aiutateci!».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato