Pubblicata dal Ministero della Salute la griglia di valutazione dei Livelli essenziali di assistenza del 2019. Al top con il Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna. Insufficienti Bolzano, Molise, Calabria e Sardegna
Altri tre punti e la sanità della Regione Veneto sarebbe stata promossa a pieni voti. Ma con il suo punteggio di 222/225 la sanità veneta ha comunque conquistato la vetta della classifica relativa alla Griglia Lea 2019, pubblicata in questi giorni dal Ministero della Salute.
«Organizzazione, efficienza delle reti ospedaliere e territoriali, macchinari innovativi, eccellenze sparse sul territorio e non solo concentrate sui grandi Hub, personale sanitario di grande livello professionale e umano sono gli ingredienti della nostra ricetta vincente», spiega Manuela Lanzarin, assessore a Sanità, Servizi Sociali e Programmazione Socio Sanitaria della Regione Veneto. A pari merito con il Veneto c’è la Toscana, seguita, con 221 punti, dall’Emilia-Romagna.
Per non interrompere la scalata, il Veneto punta a raggiungere quota 225. «Non solo vogliamo migliorare anno dopo anno, ma miriamo al punteggio massimo. E per ottenerlo – sottolinea l’assessore Lanzarin – dobbiamo lavorare soprattutto su due fronti: il numero dei parti cesari e quello dei vaccini antinfluenzali. Il primo deve essere ridotto, il secondo aumentato». La Griglia Lea, infatti, è composta da vari indicatori a cui viene assegnato un punteggio. Dalla somma di tutti i singoli risultati si ottiene il punteggio finale.
Stando alle previsioni sull’andamento degli indicatori del Veneto che quest’anno hanno ottenuto la votazione più bassa, il massimo dei voti potrebbe essere un obiettivo più che raggiungibile. «Durante la pandemia da Covid-19 le richieste di vaccinazioni contro l’influenza stagionale hanno subito una netta crescita. Tanto che quest’anno abbiamo già acquistato più vaccini del 2020, proprio per far fronte alle numerose richieste già pervenuteci», racconta l’assessore.
Per diminuire la percentuale di parti cesarei, invece, sono necessarie azioni programmate che coinvolgano sia i cittadini, che medici e professionisti sanitari. «Amplificheremo le campagne di informazione tra la popolazione e investiremo di più sulla formazione del nostro personale sanitario – assicura Lanzarin -. Formare e informare sono i due cardini della prevenzione, altro ingrediente fondamentale a garantire l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario regionale».
Grazie al suo modello organizzativo, il Veneto ha mantenuto il primato per due anni consecutivi, sfilando la corona al Piemonte nel 2017, retrocesso dai 221 punti di tre anni fa ai 188 attuali. Altre sei Regioni hanno ottenuto un punteggio compreso tra 200 e 160 (soglia della sufficienza): Puglia, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Basilicata, Campania e Valle d’Aosta.
Lombardia, Marche, Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lazio, invece, hanno superato tutte quota 200. La Provincia Autonoma di Bolzano, le regioni Molise, Calabria e Sardegna non hanno raggiunto nemmeno la soglia della sufficienza, (per le Regioni a statuto speciale e Province autonome, tuttavia, i dati non sempre sono completi, ndr).
«Mantenere alta la capacità di una Regione di erogare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è un dovere per le Istituzioni e un diritto per i cittadini. La Costituzione – conclude Lanzarin – impone che siano uguali per ogni assistito».
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