La presidente Ageo: «Nulla in contrario se la donna è in buona salute, ma due condizioni sono importanti: gravidanza fisiologica e professione adatta al suo stato»
Nella Manovra finanziaria 2019 spunta una novità per le neomamme: chi vorrà potrà lavorare fino alla fine della gravidanza, nono mese compreso, dedicandosi per i cinque mesi previsti dal congedo di maternità ad accudire il nuovo nato. Una possibilità che Riccarda Triolo, presidente Ageo, l’Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri, ha accolto “molto favorevolmente”. «Parlo da ginecologa e anche da donna – ha commentato la presidente – . Avere la possibilità di trascorrere più tempo con il proprio bambino appena nato è un dono preziosissimo».
Due le condizioni necessarie affinché una donna possa posticipare il congedo di maternità: «Innanzitutto – ha spiegato la ginecologa – la gravidanza in corso deve essere fisiologica. Poi, il tipo di professione della futura mamma deve essere adeguato al suo stato». Un’alternativa, dunque, che pone nelle condizioni di una libera scelta soprattutto quelle donne che svolgono lavori che non richiedono un eccessivo impegno o affaticamento fisico e la cui gravidanza non ha presentato complicanze.
E chi accerterà lo stato di buona salute della donna consentendole di lavorare fino alla fine della gestazione? «La certificazione dello specialista è un atto doveroso e giusto – ha spiegato Riccarda Triolo -, ma sono convinta che anche la paziente abbia la sua parte di responsabilità. La signora deve essere ben informata sui rischi e sui benefici. Il ginecologo deve certamente certificare il suo stato di salute, ma la scelta finale deve essere condivisa».
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E se il ginecologo avrà il compito di accertare le condizioni della puerpera, la donna che sceglierà di posticipare il suo congedo di maternità, durante il nono mese di gravidanza dovrà dividersi tra gli impegni lavorativi e i controlli medici previsti nell’ultima fase della gestazione, dalle analisi, alle ecografie, fino ai monitoraggi. Ma sulle potenzialità femminili la presidente Ageo non ha nessun dubbio: «La donna – ha detto – è esercita ad armonizzare tante di quelle cose nella sua quotidianità, che non credo avrà difficoltà a conciliare gli accertamenti previsti per una gravidanza regolare. Perché – ha sottolineato ancora Riccarda Triolo – ciò di cui stiamo parlando sono esclusivamente le gravidanze fisiologiche. Se, invece, la gestazione è patologica – ha aggiunto la specialista – la donna dovrà stare a riposo e non potrà lavorare. La vera sfida per una neo-manna, comunque, arriverà dopo, al quarto o al quinto mese di vita del bambino. Sarà in quel momento – ha concluso la ginecologa – che dovrà realmente impegnarsi per conciliare al meglio le esigenze del neonato con quelle lavorative».