L’ex Vice Ministro all’Economia contesta le misure varate dal governo M5S-PD: «Oggi siamo al 6,6% di spesa sanitaria rispetto al PIL: è drammaticamente insufficiente sia per la mancanza di personale sia per il costo inevitabilmente crescente dei farmaci»
L’abolizione del superticket non convince la Lega di Matteo Salvini. E non per la misura in sè quanto per l’orizzonte temporale della sua applicazione, piuttosto in là nel tempo, che consegna di fatto alla prossima manovra il compito di trovare le risorse complessive per rendere definitiva la misura.
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Ne abbiamo parlato con Massimo Garavaglia, Vice Ministro all’Economia nel primo governo Conte e già Assessore all’Economia della Regione Lombardia.
Garavaglia, dopo aver contestato la misura della finanziaria che ha messo nel mirino la mini flat tax per le partite IVA, ha poi contestato anche la misura sul superticket: «Il taglio del superticket è una presa per in giro», sottolinea il deputato della Lega a Sanità Informazione – Dire ‘lo taglio a settembre’ non ha senso. Costa mezzo miliardo l’anno. Banalmente, mancano i soldi e allora dicono: lo facciamo a settembre».
Garavaglia ha poi messo in guardia dal togliere ulteriormente risorse alla sanità: «Oggi siamo al 6,6% di spesa sanitaria rispetto al PIL: è drammaticamente insufficiente sia per la mancanza di personale sia per il costo inevitabilmente crescente dei farmaci».
Infine, la necessità di investire sull’innovazione farmaceutica: «Basterebbe uno 0,2% del PIL in innovazione. Ma in questa manovra non c’è nulla di tutto questo, è una manovra da ‘survivor’».