A presentare la denuncia ai carabinieri da cui è partita l’inchiesta è stata una mamma in seguito al racconto della figlia. Il materiale è stato sequestrato dai Nas e poi spedito all’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente. L’azienda, italiana, che fornisce i pasti dovrà rispondere della mancanza e della tracciabilità del prodotto e dei bollini che autorizzano all’uso alimentare del materiale. Per questo, la ditta fornitrice rischia una multa e una denuncia penale.