Il Ministero della salute ha predisposto una bozza di “Piano strategico operativo per la preparazione e risposta a una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico”, il primo piano pandemico allargato a tutti i patogeni respiratori. La bozza, anticipata da Quotidiano Sanità, è al vaglio della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, e, all’eventuale esito positivo, verrà inviata alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione.
Il Piano, sottolinea il Ministero in una nota, “si ispira alle più recenti raccomandazioni dell’OMS e dell’ECDC oltre che all’esperienza pandemica, e che è stato realizzato in collaborazione con gli istituti scientifici che si sono maggiormente distinti nella lotta alla pandemia, con gli enti competenti e i rappresentanti delle Regioni e delle Province Autonome”. Il Piano contiene ogni misura che potrebbe rendersi necessaria per proteggere i cittadini di fronte ad un’emergenza pandemica e, così come chiaramente descritto, ne prevede una modulazione, anche temporale, in base all’andamento epidemiologico, all’efficacia, e alle effettive necessità. È opportuno anche sottolineare “come il Piano, che rappresenta un’evoluzione rispetto a quello precedente, indirizzato alla prevenzione di una pandemia influenzale, potrà implementare, tra l’altro, misure concrete come il potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione, l’ampliamento della rete dei laboratori di microbiologia e virologia, il potenziamento della ricerca, soprattutto nei suoi aspetti traslazionali già nella prossima Conferenza Stato Regioni”.
Per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana delle malattie infettive e tropicali, il nuovo Piano pandemico 2024-2028 “è un documento ben fatto, ci sono tutte le misure previste sulla falsa riga delle indicazioni dell’Oms e degli Ecdc, quindi dal punto di vista scientifico è corretto – commenta -. Le polemiche che si sono scatenate sul fatto che riprende misure già adottate durante la pandemia sono davvero sterili. Come Simit – aggiunge Andreoni – notiamo l’assenza di una valutazione clinica del paziente e di un percorso pandemico nei pronto soccorso che possa permettere la gestione del malato infettivo soprattutto – conclude – in caso di evento pandemico”.
Parere favorevole all’imminente approdo alla Conferenza Stato-Regioni dell’aggiornamento del Piano Pandemico 2024-2028 anche dalla Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI): “Rileviamo come le lezioni apprese dall’esperienza della pandemia da Covid-19, anche in previsione delle necessità attuali e future di preparedness e governance dell’emergenza, abbiano portato nel Piano Pandemico 2024-2028 a sottolineare con forza il ruolo cruciale dei vaccini come strumento di prevenzione e a riconoscere l’importanza dei Dipartimenti di Prevenzione nell’attuazione del piano stesso – commenta la Prof.ssa Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene (SItI) -. Il Tavolo Tecnico, che ho l’onore di presiedere, dovrà definire gli standard di personale sanitario facente capo a tali Dipartimenti e in tale definizione andrà considerata la centralità degli stessi nelle azioni di preparazione e risposta alle emergenze infettive”.
La Società Italiana d’Igiene, inoltre, sottolinea come aspetto innovativo e positivo il fatto che le iniziative di informazione, coinvolgimento e responsabilizzazione della comunità siano considerate nella bozza del documento quali azioni chiave del contenimento delle potenziali future pandemie. La molteplicità degli interventi previsti e la multidisciplinarietà e multiprofessionalità degli attori coinvolti, tra i quali dovranno spiccare gli Igienisti, rappresentano il motore di un Piano che si pone come obiettivo la riduzione dell’impatto di una pandemia sui servizi sanitari e sociali e la possibilità di garantire la continuità dei servizi essenziali.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato