L’aumento dei casi preoccupa le agenzie sanitarie: «Non sono dati sorprendenti, ma il frutto della combinazione della diffusione di notizie false sui vaccini in Europa, del collasso della sanità in Venezuela e di sacche di povertà e bassa immunizzazione in Africa. Sono necessarie misure urgenti»
Il morbillo continua a far paura. Secondo un nuovo rapporto dell’OMS, nel 2017 sono stati 110mila i decessi causati dalla malattia. I casi sono aumentati in tutte le regioni del mondo e in molti Paesi sono presenti epidemie gravi e prolungate.
Dal rapporto emerge che dal 2000 sono state più di 21 milioni le vite salvate grazie alle vaccinazioni contro il morbillo. Ma a livello globale i casi di contagio riportati sono aumentati del 30% dal 2016 in poi. Lo scorso anno, sono stati i continenti americano ed europeo e la regione del Mediterraneo orientale ad assistere ad un aumento più grave di casi, mentre il Pacifico occidentale è l’unica regione in cui l’incidenza del morbillo è diminuita.
«La ricomparsa del morbillo è un problema serio, soprattutto per i Paesi che avevano raggiunto, o stavano per raggiungere, l’obiettivo della sua eliminazione» ha commentato Soumya Swaminathan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Senza misure urgenti per aumentare le coperture vaccinali, rischiamo di perdere decenni di progressi nella protezione di bambini e comunità contro questa malattia devastante ma facilmente prevenibile».
«L’aumento dei casi di morbillo – aggiunge Seth Berkley, CEO di Vaccine Alliance – è estremamente preoccupante ma non sorprendente. La diffusione di falsità sul vaccino in Europa, un sistema sanitario al collasso in Venezuela e sacche di povertà e tassi di immunizzazione bassi in Africa sono elementi che, combinati, portano ad un ritorno del morbillo dopo anni di progressi nella lotta contro la malattia. Le strategie attuali devono cambiare: devono essere fatti maggiori sforzi per aumentare le coperture vaccinali e rafforzare i sistemi sanitari. Altrimenti continueremo a registrare un’epidemia dopo l’altra».
Per affrontare la situazione, le agenzie sanitarie chiedono investimenti importanti nei sistemi di immunizzazione ed il rafforzamento dei servizi vaccinali. Sforzi che devono essere volti soprattutto a raggiungere i più poveri, le comunità più emarginate e soprattutto chi è colpito da conflitti e sfollamenti. Infine, evidenziano la necessità di costruire nell’opinione pubblica un ampio supporto nei confronti dei vaccini, combattendo disinformazione e riluttanza.
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