Sanità 24 Ottobre 2017 10:54

Napoli, è allarme AIDS. +20% rispetto allo scorso anno, studenti under 30 i più colpiti

Ritorna lo spettro del virus dell’Hiv a Napoli, soprattutto tra i giovani etero. Come riporta Il Mattino, nel 2017 l’Ospedale dei Colli ha registrato un aumento dei casi del 20% rispetto al 2016. Le cause? Disinformazione, poca prevenzione e l’incoscienza tipica dell’età.  Molti adolescenti non considerano più l’AIDS come una malattia mortale perché è curabile […]

Ritorna lo spettro del virus dell’Hiv a Napoli, soprattutto tra i giovani etero. Come riporta Il Mattino, nel 2017 l’Ospedale dei Colli ha registrato un aumento dei casi del 20% rispetto al 2016. Le cause? Disinformazione, poca prevenzione e l’incoscienza tipica dell’età.  Molti adolescenti non considerano più l’AIDS come una malattia mortale perché è curabile e sottovalutano il rischio; è vero che le terapie oggi permettono di vivere anche a lungo ma non è una patologia guaribile. Il virus non è più percepito come un allarme sociale ed il problema del contagio a Napoli, e in tutta la Campania, sta tornando di grande attualità. È ciò che sostiene Massimo Sardo, dirigente medico dell’azienda ospedaliera dei Colli di Napoli intervenendo a margine della manifestazione “Oggi si recita l’HIV” – ultima tappa del progetto “HImoVie”, ideato dall’associazione Arcobaleno Aids e con il patrocinio del Comune di Napoli e del Dipartimento delle Pari Opportunità.

«I ragazzi che arrivano da noi il più delle volte hanno meno di 30 anni: se riuscissimo ad intercettare i pazienti in modo precoce scopriremmo che l’età del contagio è anche più bassa. Del resto ci si espone al rischio il più delle volte con l’inizio dell’attività sessuale» dichiara il Professor Sardo, aggiungendo: «Molti sono studenti universitari, o frequentano ancora i banchi di scuola» precisa. Lo specialista si dimostra seriamente preoccupato dal fatto che «sono pochi a fare il test per l’Hiv dopo aver avuto rapporti a rischio» e per questo spesso la diagnosi è tardiva: «Oltre la meta dei pazienti arrivano alla nostra osservazione già in fase avanzata di infezione a dimostrazione che il test per l’Hiv è una scelta spesso tardiva e che campagne informative per far conoscere la presenza ancora attuale, e combattere gli episodi discriminatori ancora oggi presenti, sono necessarie» conclude.

 

 

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