Francesco Aureli (presidente OIS): «Il diritto alla salute deve essere imprescindibilmente garantito. I migranti che sono sulla Diciotti sono individui, persone che hanno già subìto traumi e hanno diritto a vedere tutelata la propria salute fisica e mentale»
«Occorre far capire che tutelare la salute delle persone a bordo della nave Diciotti, da giorni a Catania, significa tutelare anche quella dei cittadini italiani». Lo afferma Francesco Aureli, presidente dell’Osservatorio internazionale per la salute (Ois).
«Il diritto alla salute – spiega Aureli – deve essere imprescindibilmente garantito, in base alla nostra Costituzione che all’articolo 32 afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Al di là delle trattative in corso con gli altri Paesi UE, i migranti che sono sulla Diciotti sono individui, persone che hanno già subìto traumi e hanno diritto a vedere tutelata la propria salute fisica e mentale, anche per garantire il benessere di tutta la collettività italiana ed europea. Non si tratta di altruismo o di buonismo: garantire la salute e il benessere dei migranti, sin dalla primissima accoglienza, oltre a tutelare un diritto umano e costituzionale è un atto che preserva anche la salute e il benessere degli italiani».
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«Quello che sta accadendo sulla nave Diciotti – conclude Aureli – potrebbe fungere da stimolo per un dibattito serio, costruttivo e fattivo sul tema dell’immigrazione e della connessione fra politiche di accoglienza e integrazione e la salute delle comunità di accoglienza. I fenomeni migratori sono connaturati all’uomo e non si possono arrestare ma occorre governarli. Per questo è fondamentale procedere con una visione e con politiche ripensate, efficaci e non improvvisate a seconda degli umori politici, delle dinamiche di coalizione o dei ‘like’ sui social network».
L’Osservatorio, in collaborazione con Consulcesi Onlus, sta promuovendo numerosi progetti mirati all’assistenza, sanitaria e non, di chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo. Insieme, Ois e Consulcesi Onlus hanno promosso ‘Sanità di Frontiera’, un progetto di spiccata sensibilità sociale che ha ricevuto il sostegno da parte anche della Santa Sede mediante l’Obolo di San Pietro, e di cui il presidente di Consulcesi Onlus e ideatore del progetto Sanità di Frontiera, Massimo Tortorella, ha avuto modo di parlare direttamente con Papa Francesco.
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