Il nitrato di ammonio è un composto chimico che viene utilizzato come fertilizzante e come esplosivo. Ecco le sue caratteristiche
L’esplosione di Beirut, in Libano, è avvenuta nei pressi di un magazzino in cui giacevano da oltre sei anni più di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate da una nave cargo.
Questo composto (la cui formula chimica è NH4NO3) è il sale dell’ammoniaca con l’acido nitrico e si presenta sotto forma di cristalli inodori e incolori. È usato come fertilizzante (molto utilizzato per via delle sue capacità di rilascio dell’azoto) e come parte attiva del “ghiaccio istantaneo” che viene utilizzato in campo sportivo e medico.
Le sue caratteristiche lo rendono però anche un potente esplosivo, utilizzato sia in contesti civili (esplosioni controllate in edilizia o in miniere e cave) ma anche in ambito terroristico. Il suo basso costo e la sua stabilità lo hanno reso uno dei composti più utilizzati da organizzazioni che progettano e compiono attentati.
Trattandosi dunque di un composto molto pericoloso, il suo utilizzo è stato severamente disciplinato attraverso una regolamentazione internazionale volta a garantire la massima sicurezza durante la sua lavorazione, il trasporto e lo stoccaggio. Regole che, evidentemente, non sono state seguite alla lettera nel magazzino della capitale libanese.
Il nitrato di ammonio è una sostanza chimica discretamente stabile ma che, al verificarsi di determinate circostanze, può diventare altamente distruttiva. In particolare, i rischi sono legati al suo decadimento, il quale genera ossido d’azoto e vapore che possono provocare un’esplosione. Più il nitrato di ammonio si decompone, più aumenta la sua temperatura. Nei casi peggiori, può scoppiare un incendio. Le fiamme, interagendo con lo stesso nitrato di ammonio, possono produrre ossigeno (che ovviamente alimenta il fuoco). Se il tutto avviene in uno spazio chiuso, i gas si accumulano fino a quando non esplodono con una deflagrazione ancora più potente.
La portata dell’esplosione in Libano è stata così poderosa che ha letteralmente distrutto le strutture e gli edifici più vicini e pesantemente danneggiato interi quartieri della città. Ma i danni non sono riconducibili solo all’onda d’urto della deflagrazione. Grossi rischi per la salute pubblica derivano anche dalle sostanze inquinanti rilasciate nell’aria. Uno su tutti: la “nuvola rossa”, ovvero l’ossido di azoto. Il biossido di azoto (questo il nome del composto quando entra a contatto con l’aria e reagisce con l’ossigeno) è un gas di colore rosso (distintamente visibile dalle immagini dell’esplosione di Beirut) e può causare irritazioni all’apparato visivo e respiratorio. L’inalazione può inoltre provocare edema polmonare e avere effetti sul sangue, causando formazione di metaemoglobina. Nei casi più gravi può portare alla morte.
Non è la prima volta che il nitrato di ammonio è la causa di incidenti industriali di grandissima portata: episodi simili a quello di Beirut si sono verificati anche nel 2015 (Tientsin), nel 1947 (Texas City) e nel 1917 (Halifax) per un totale di oltre 2.500 morti.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato