l vicesegretario Anna Lisa Mandorino commenta l’emendamento del M5S per limitare l’intreccio tra politica e sanità: «Da sempre sosteniamo che negli incarichi dirigenziali delle aziende sanitarie la politica non dovrebbe entrare: questi due settori dovrebbero rimanere indipendenti l’uno dall’altro», sottolinea la rappresentante dell’Associazione dei pazienti
Limitare il potere della politica sulle nomine in sanità è una delle battaglie storiche di Cittadinanzattiva, che ha salutato con favore l’emendamento dal Dl Calabria proposto dal Movimento 5 Stelle e appena approvato in Commissione Affari sociali della Camera, che di fatto limiterebbe la scelta dei Direttori generali. La scelta del Dg da parte del Presidente di Regione non sarà più discrezionale ma correlata ad una graduatoria e quindi al merito, sulla base di requisiti che siano coerenti con l’incarico da attribuire. Provvedimento che si unisce al Ddl presentato dalla capogruppo M5S in Commissione Sanità Maria Domenica Castellone che prevede di istituire un Albo nazionale dei commissari per la valutazione del management.
«Sosteniamo da sempre la necessità di garantire una separazione netta tra politica e incarichi direttivi nel mondo della sanità», ribadisce a Sanità Informazione il vicesegretario Anna Lisa Mandorino che però sottolinea la necessità di arrivare a una revisione organica dell’intero sistema di nomine «certi che nel percorso saranno coinvolti tutti gli attori del mondo sanitario, comprese le organizzazioni di tutela dei cittadini».
Cittadinanzattiva intanto si prepara anche all’evento del 16 maggio a Roma, presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana – Sala Igea, che conclude la “Consultazione sulla partecipazione civica in sanità” in cui verrà presentata la Matrice per la qualità delle pratiche partecipative e il Documento finale frutto della consultazione, tenutasi a fine gennaio, di 100 stakeholder della salute.
Vicesegretario, il M5S ha annunciato un provvedimento che sostanzialmente restringe il campo in cui si possono scegliere i direttori generali, mettendo anche un criterio meritocratico. Può essere la soluzione per frenare l’invadenza della politica nella sanità?
«Per noi questa è una battaglia storica. Noi da sempre sosteniamo che negli incarichi dirigenziali delle aziende sanitarie la politica non dovrebbe entrare: questi due settori dovrebbero rimanere indipendenti l’uno dall’altro. L’emendamento prevede che si scelga il dg da una rosa di candidati redatta secondo una graduatoria di merito, sul criterio del merito non possiamo che essere concordi. Certo ci piacerebbe, come d’altra parte nell’emendamento pare di vedere, che sia calendarizzata e approvata a breve una legge che regolamenti in maniera definitiva la questione delle nomine, in particolare alla carica di Direttore generale, ma anche alle altre cariche legate agli incarichi direttivi nelle aziende sanitarie per arrivare una volta per tutte a regolamentare e nello stesso tempo controllare in maniera trasparente e conosciuta ai cittadini questo ambito».
Voi avete anche in programma una iniziativa sulla partecipazione in sanità, in cosa consiste questa iniziativa?
«In realtà è l’evento finale, che si svolge il 16 maggio, di un progetto iniziato parecchio tempo fa e che ha già visto una consultazione di 100 interlocutori del mondo sanitario sui temi della partecipazione dei cittadini in sanità perché per quanto ci sia una normativa molto articolata sul tema della partecipazione de cittadini in sanità a tutt’oggi nel nostro Paese c’è ancora tanta strada da fare per rendere questa partecipazione effettiva e permettere ai cittadini un ruolo importante nelle decisioni che riguardano una politica pubblica così importante come la salute».