Sanità 29 Aprile 2019 11:32

Nomine in Sanità, in campo due Ddl dei Cinque Stelle: commissari esterni e Albo nazionale, parola d’ordine ‘meritocrazia’

I due disegni di legge, uno alla Camera a prima firma Nesci e l’altro al Senato della Castellone, sono in parte differenti: il primo prevede che le Regioni debbano scegliere il Direttore generale (tra quelli che hanno risposto all’avviso) con il punteggio più elevato nell’Albo

L’inchiesta che ha portato alle dimissioni della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha impresso un’accelerazione alla presentazione di alcuni disegni di legge in materia sul tema delle nomine in sanità. Il tema è molto caro ai Cinque Stelle, tanto che nei giorni scorsi sia il vicepremier Luigi Di Maio che il ministro della Salute Giulia Grillo hanno rinnovato l’appello a discutere i due Ddl pentastellati che modificano la legge sulle nomine dei manager.

I Cinque Stelle hanno presentato due misure sul tema, una alla Camera a prima firma Dalila Nesci e una al Senato, prima firmataria Maria Domenica Castellone. Il Ddl Nesci prevede che le Regioni debbano scegliere il Direttore generale (tra quelli che hanno risposto all’avviso) con il punteggio più elevato nell’Albo. Per quanto riguarda poi i direttori amministrativi, sanitari e socio sanitari essi dovranno essere scelti dal Dg in base ai punteggi più alti registrati negli elenchi regionali. In sostanza la proposta Nesci rafforza ulteriormente la norma attuale e inchioda le Regioni alle valutazioni dell’Albo.

Diverso il Ddl Castellone, che punta ad istituire un Albo nazionale dei commissari per la valutazione del management. E in questo senso per la nomina del direttore generale il presidente della regione dovrà individuare cinque commissari, di cui almeno due di regioni diverse rispetto al luogo dove si svolge la selezione. La proposta introduce anche la ‘rosa’ per cui i commissari stilano un elenco di 5 nomi tra cui il presidente di Regione potrà scegliere il manager. Altra novità del Ddl è poi la previsione di Albi nazionali anche per i direttori sanitari e per amministrativi e socio sanitari.

I pentastellati sono in pressing sugli alleati di governo della Lega perché si giunga presto all’approvazione di un testo che, in tutti i casi, dovrà avere anche il vaglio delle Regioni dato che la sanità è in gran parte di competenza regionale.

«La meritocrazia deve essere il punto cardine di ogni nomina, soprattutto se parliamo di Sanità – ha sottolineato la presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Marialucia Lorefice – Come ha ribadito il vicepremier Luigi Di Maio, fatti come quelli accaduti in Umbria non possono e non devono più accadere. Per questo abbiamo depositato un disegno di legge che prevede che la nomina dei dirigenti avvenga tramite una commissione esterna. Parliamo di un provvedimento di buon senso e siamo certi che anche la Lega sia pronta a votarlo».

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