Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma commenta a Sanità Informazione l’emendamento M5S che punta a limitare il potere della politica nella nomina dei direttori generali: «Occorre una valutazione del curriculum personale indipendente dal fattore politico, questo potrebbe garantire maggiore trasparenza»
Il mondo della sanità discute ancora della proposta dei Cinque Stelle di limitare la discrezionalità della politica (e in particolare delle Regioni) nella nomina dei direttori generali di Asl e Ospedali. L’emendamento presentato dalla deputata M5S Dalila Nesci al Dl Calabria è stato approvato in Commissione Affari Sociali ma l’altro partner di governo, la Lega, si è astenuto sostenendo che la norma è incostituzionale. La norma mira a sottrarre la scelta del direttore generale della Asl dalla politica, poiché l’indicazione non sarà più discrezionale ma correlata ad una graduatoria e quindi al merito, sulla base di requisiti che siano coerenti con l’incarico da attribuire. «In questo momento c’è la necessità di creare le condizioni per cui i direttori generali nuovi abbiano delle capacità non soltanto di natura contabile, ma anche la capacità di poter garantire l’assistenza sanitaria nonostante le risorse economiche ristrette: questa è la cosa più importante in questo momento», commenta a Sanità Informazione il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi, che valuta positivamente il provvedimento anche se auspica ulteriori elementi di trasparenza.
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Presidente, il provvedimento votato in Commissione Affari Sociali sulle nomine in sanità va nella direzione giusta?
«Sicuramente si sente la necessità di mettere un po’ a posto le cose visto anche le situazioni e le inchieste che si stanno susseguendo in tutta Italia. C’è la necessità di mettere un po’ a posto le cose e di creare le condizioni per cui i direttori generali nuovi abbiano delle capacità non soltanto di natura contabile, ma anche di poter garantire l’assistenza sanitaria nonostante le risorse economiche ristrette. Questa è la cosa più importante in questo momento. Poi chiaramente bisogna intervenire laddove ci sono delle situazioni da correggere ma non ritengo che sia necessaria soltanto la correzione legata a come vengono nominati. È importante nominare quelli sempre più bravi e che possano, nel momento in cui c’è una situazione economica difficile garantire assistenza sanitaria e i Lea ai cittadini italiani».
La convince l’idea di scegliere da una graduatoria di merito?
«Sì, c’è una graduatoria, ma se non erro la legge prevede anche di fare dei colloqui. Quindi si ritorna anche a un discorso di esami e lì possiamo poi ‘ciurlare un po’ nel manico’, come mi piace dire. La politica c’è e non c’è. Avere invece una graduatoria diretta, per cui il curriculum personale è indipendente dal fattore politico, ecco questo potrebbe garantire maggiore trasparenza».