Per la prima volta un summit importante come il G20 ha affrontato temi legati alla salute. All’incontro di Amburgo dei giorni scorsi era quindi presente anche il nuovo Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom, che, nel suo discorso, ha illustrato ai potenti della terra le priorità da affrontare per evitare l’insorgere di nuove […]
Per la prima volta un summit importante come il G20 ha affrontato temi legati alla salute. All’incontro di Amburgo dei giorni scorsi era quindi presente anche il nuovo Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom, che, nel suo discorso, ha illustrato ai potenti della terra le priorità da affrontare per evitare l’insorgere di nuove pandemie ed emergenze sanitarie e quindi risparmiare non solo molte vite umane ma anche molto denaro: «Non sappiamo né dove né quando scoppierà la prossima pandemia, ma causerà un numero alto di vite e di spese: senza parlare delle sofferenze causate alle persone, le perdite economiche saranno pari a miliardi, se teniamo conto della perdita del turismo, della fiducia dei consumatori, dei problemi e delle sfide politiche. Saranno due le epidemie: una causata dal virus, una dalla paura». Ecco perché è importante prevenire queste emergenze, partendo dalle radici del problema: il mancato accesso delle persone più vulnerabili alle cure, soprattutto primarie. «La copertura sanitaria globale e la sicurezza sanitaria sono due facce della stessa medaglia. Quest’anno nel mondo 400 milioni di persone, per lo più in situazioni di povertà, non hanno accesso alle cure. Sistemi sanitari forti rappresentano non solo la nostra migliore difesa ma saranno anche essenziali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile».
Sono quattro le strade da percorrere per affrontare queste sfide secondo Adhanom: «Finanziamenti sostenibili per la sicurezza sanitaria globale per prevenire, rilevare ed affrontare le minacce emergenti, che siano naturali o causate dall’uomo; classificare e localizzare tutte le capacità e le abilità presenti nei Paesi del mondo ed utilizzarle in modo coordinato per aiutarci a vicenda ad andare avanti e a rafforzare la nostra prontezza di azione; supportare l’obiettivo della copertura sanitaria universale in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’unica soluzione strategica per prevenire le epidemie ed offrire cure di qualità alle nostre popolazioni, rafforzando i sistemi sanitari statali, soprattutto nelle parti del mondo più fragili e vulnerabili; e infine, dare priorità all’implementazione di nuove misure mediche attraverso il progetto di ricerca e sviluppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Affrontare queste priorità costerà denaro, che però rappresenterà una frazione molto piccola rispetto a quanto sarebbe necessario spendere se si rimanesse impreparati». Il dato riportato riguarda l’epidemia di SARS, costata circa 60 milioni di dollari all’economia mondiale: «Abbiamo vissuto l’aviaria e Zika; stiamo assistendo al ritorno del colera e della febbre gialla. L’Organizzazione Mondiale della Sanità rileva circa 3000 segnali al mese che potrebbero evolversi in emergenze sanitarie, ma il mondo ne conosce una percentuale quasi irrilevante».
Infine, Adhanom ha sottolineato: «I virus non conoscono e non rispettano i confini né gli interessi nazionali. La vulnerabilità di uno stato porta quindi alla vulnerabilità di tutti. La facilità e la velocità dei viaggi aerei poi comporta il rischio della diffusione in tutto il mondo di agenti patogeni nel giro di qualche ora. Ecco perché è necessaria una risposta globale forte per far fronte a queste situazioni, che non siamo abbastanza pronti da affrontare. L’OMS è pronto ad interpretare il suo ruolo di guida, ma insieme abbiamo la responsabilità di rendere il mondo un posto più salutare e più sicuro».
Per leggere il discorso integrale del Direttore Generale, visita il sito dell’OMS.