La possibilità che i lavoratori con patologie oncologiche non rischino più di perdere il posto di lavoro durante il periodo di malattia e che abbiano maggiore sicurezza e stabilità professionale si fa sempre più concreta grazie all’approvazione alla Camera della proposta di legge (PDL) “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche“. Un sì che arriva dopo sette anni di impegno incessante del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, della Coordinatrice Annamaria Mancuso e delle 50 associazioni che ne fanno parte. Una vittoria che segna una nuova era di diritti, dignità e protezione per chi affronta le sfide delle malattie gravi, un passo avanti fondamentale per la giustizia sociale e il benessere di tutti. Il testo, che raccoglie le cinque proposte di legge presentate a novembre 2020 da gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, ha ottenuto l’approvazione unanime della Camera con 248 voti favorevoli. Un risultato, frutto del lavoro del Gruppo fin dalla passata legislatura, che risponde alle esigenze di quasi quattro milioni di persone che convivono con una malattia oncologica, invalidante o cronica, assicurando loro diritti e tutele fondamentali in ambito lavorativo.
A dieci anni dall’inizio della sua attività di advocacy unica nel suo genere, il Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” ha ottenuto successi importanti. Tra le principali conquiste c’è l’inclusione delle proposte delle Associazioni nella Manovra di Bilancio 2025-2027, ma oggi arriva la grande soddisfazione dell’approvazione della proposta di legge che tutela i diritti dei pazienti affetti da patologie oncologiche, invalidanti, croniche e rare sul posto di lavoro. “Un altro importantissimo traguardo di Salute Donna e delle Associazioni del Gruppo La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere oggi è stato raggiunto – dice Annamaria Mancuso, Coordinatrice del Gruppo e Presidente Salute Donna ODV – ma devo aggiungere, anche mio traguardo personale che come ex malata di cancro mi sono battuta per anni con tutta me stessa dialogando con la politica. Questa proposta di legge rappresenta un primo passo legislativo importante e in avanti, rispetto al vuoto che c’era sul diritto del malato di mantenere il suo posto di lavoro in caso di malattia prolungata. In passato, infatti, molti lavoratori dopo il periodo di comporto di sei mesi venivano licenziati e questa è una realtà a cui tutti abbiamo assistito, leggendo storie tristamente raccontate dai media. Oggi grazie a questo provvedimento, a fronte della retribuzione entro i primi sei mesi di assenza, per i mesi successivi il lavoratore potrà chiedere di assentarsi per ulteriori 18 mesi, senza retribuzione ma per lo meno avendo garantito il posto di lavoro. Certamente, l’ideale sarebbe stato di prevedere almeno una quota retributiva, ma sappiamo che non si sarebbe arrivati a nulla, visto i conti dello Stato, se avessimo chiesto quanto avremmo desiderato. Siamo soddisfatti in ogni caso che almeno nessuno correrà il rischio di essere licenziato dopo sei mesi di malattia. Inoltre, da non dimenticare che la PDL prevede un incremento di 10 ore di permessi retribuiti per tutti quei pazienti fragili, affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche che sono soggetti a visite ed esami ravvicinati. Ad oggi le 18 ore annue che erano a disposizione di questi pazienti diventano 28. Tutto ciò è stato reso possibile da chi ha ascoltato la nostra voce. Ringrazio in particolare la Coordinatrice dell’Intergruppo Parlamentare ‘Insieme per un impegno contro il cancro’ della scorsa legislatura, l’On. Silvana Comaroli, prima depositaria della Legge, l’On. Andrea Giaccone, relatore della legge in Commissione Lavoro e in assemblea, l’On Vanessa Cattoi Coordinatrice dell’attuale Intergruppo, ma anche tutti gli altri partiti nelle persone degli Onorevoli Serracchiani, Gatta, Barzotti, Rizzetto e Tenerini. A loro va la nostra stima indiscussa per aver dimostrato a tutti gli italiani, ai malati oncologici e cronici che quando si vuole si può e si deve lavorare insieme. Confesso che seguendo il dibattito alla Camara, ho pianto. La copertura di 20 milioni di euro annui è veramente un grande successo e un bell’inizio, ma continueremo a lavorare su questo”.
La PDL prevede il diritto di fruire, in aggiunta ai benefici previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, di un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore ai 24 mesi previa prescrizione medica e di ulteriori 10 ore annue di permesso retribuito per visite, esami strumentali e analisi emato-chimiche, cure mediche e follow up, con una copertura annua di 20 milioni di euro, consentendo ai lavoratori di gestire le proprie necessità sanitarie senza più essere penalizzati sul posto di lavoro. Inoltre, consente ai genitori con figli malati di usufruire di permessi per assistere il loro caro. Lo scopo è dare risposte a una crescente esigenza di tutela per categorie vulnerabili, migliorando l’equilibrio tra salute e lavoro. “Oggi alla Camera abbiamo votato un provvedimento importantissimo a conclusione di un percorso iniziato nella passata legislatura dall’Intergruppo ‘Insieme per un impegno contro il cancro’, che fa parte del progetto ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’ che coinvolge, oltre al Comitato scientifico, più di 50 associazioni dei pazienti – afferma Vanessa Cattoi, Membro V Commissione Bilancio e Coordinatrice alla Camera dell’Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro”- l’approvazione della PDL ci permette di raggiungere un traguardo significativo, ovvero dare seguito al punto n.11 dell’Accordo di Legislatura, che ha come obiettivo quello di sostenere i diritti dei malati oncologici sul posto di lavoro. Saranno garantiti 24 mesi di permessi per i lavoratori pubblici e privati che devono sottoporsi a cure mediche per il tumore o per malattie croniche, invalidanti e rare, oltre ad ulteriori 10 ore annue di permesso retribuito in aggiunta a quelle già previste a norma vigente dai rispettivi contratti collettivi nazionali, che saranno non solo in favore dei malati ma anche per i genitori di minori con patologie oncologiche, invalidanti, croniche e rare. Il Governo ha stanziato più di 20 milioni di euro annui per la copertura di questo provvedimento. È solo l’inizio di un importante percorso che pone al centro non solo il paziente nella sua malattia, ma la persona nella sua unicità, alla quale restituiamo dignità e orgoglio di far sentire la sua voce”.
“Questa è una giornata molto importante in cui si è fatto un concreto e sostanziale passo avanti nella tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche per i loro diritti sul posto di lavoro – sottolinea Andrea Giaccone, Membro XI Commissione Lavoro e Relatore della proposta di legge nonché autore del testo unico – è stato un bel lavoro di sintesi e confronto molto costruttivo in Commissione tra tutti i gruppi politici, in quanto erano in discussione numerose proposte di quasi tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, segnale dell’importanza del tema e della sensibilità dei politici. Il voto unanime di tutto il Parlamento sta a dimostrare la bontà del lavoro svolto. Per i pazienti oncologici cambierà molto per quel che riguarda la conservazione del posto di lavoro, nonostante le differenze tra lavoratori pubblici e privati, e abbiamo aggiunto ulteriori tutele. È stato fatto un passo avanti nella giusta direzione”.
“Esprimiamo grande soddisfazione per aver ottenuto finalmente l’approvazione di questo provvedimento che riguarda i malati oncologici e i pazienti con malattie invalidanti, croniche e anche rare – commenta Silvana Comaroli, Membro V Commissione Bilancio – questa proposta da me presentata nella scorsa legislatura, è nata da un problema che personalmente ho dovuto affrontare anni fa in veste di Presidente della RSA Fondazione Soncino Onlus. Ai tempi una nostra infermiera malata oncologica aveva esaurito il suo periodo di comporto e avrebbe dovuto essere licenziata, ma io mi opposi in quanto la paziente, oltre all’aggravante della malattia, avrebbe dovuto affrontare il peso della perdita del lavoro. Ho tramutato questa mia esperienza in una proposta di legge, abbinata alle ore aggiuntive di permesso per le quali devo ringraziare Annamaria Mancuso, in quanto fu lei stessa a propormi l’idea di aumentare il numero delle ore, per dare ai malati la possibilità di fare le visite e gli esami di controllo. Oggi, aver finalmente ottenuto l’approvazione alla Camera è stato di grande significato e valore di senso civico verso tutte le persone che soffrono per una malattia oncologica”.
“Voglio ringraziare i colleghi di tutti i gruppi parlamentari, questa proposta di legge a favore dei lavoratori pubblici e privati affetti da malattie oncologiche o da malattie invalidanti, croniche e rare, è un passo in avanti importante – ribadisce Debora Serracchiani, Responsabile Giustizia del PD – il Partito Democratico è stato determinato e paziente. Fin dall’inizio della legislatura si è battuto per incardinare questo testo, poi divenuto unificato grazie al contributo di tutti, per portare all’approvazione una PDL che veniva da lontano, dalla scorsa legislatura. Portare il periodo di comporto, oggi normato da un regio decreto del 1924, da 180 giorni a 24 mesi non è poca cosa. Lo stesso vale per le 10 ore in più per le visite mediche. Siamo certamente coscienti che occorre fare di più riguardo alla retribuzione del periodo di comporto e al computo dell’anzianità, ma affermiamo con determinazione che diamo vita ad una norma di civiltà, a un fondamento di protezione sociale, che ora andrà migliorata ancora di più, intervenendo per ridurre le disuguaglianze tra lavoratori pubblici e privati. Finalmente approviamo, una delle rare volte, una legge di iniziativa parlamentare, e non governativa. A riprova che la politica sa essere utile ai cittadini”.
A questo punto prosegue l’iter legislativo. La PDL passerà al Senato per eventuali modifiche, quindi tornerà alla Camera per la definitiva approvazione e, infine, si auspica in tempi ragionevoli, diventerà Legge.
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