La Federazione interviene sui recenti fatti di cronaca accaduti a Bologna: «Ancora una volta la professione è stata coinvolta erroneamente in notizie inerenti fatti inaccettabili, che violano, prima ancora delle leggi, il codice etico.
«Nessun infermiere è coinvolto nell’operazione “Mondo sepolto” che ha fatto emergere comportamenti criminali all’interno della gestione dei servizi funerari a Bologna e in altri centri dell’area emiliana-romagnola. Ancora una volta la professione è stata coinvolta erroneamente in notizie inerenti fatti inaccettabili, che violano prima ancora delle leggi il codice etico che guida il lavoro quotidiano degli infermieri. Si tratta, infatti, di comportamenti disgustosi, messi in atto verso i familiari nel momento di maggior sofferenza che fa seguito alla scomparsa di un proprio congiunto». Così la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) sui recenti fatti di cronaca accaduti a Bologna, dove è stato smantellato dalle forze dell’ordine un proficuo business legato al settore funerario.
«L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bologna, nel ribadire l’estraneità degli infermieri a questi episodi, continuerà a mantenere alta la vigilanza manifestando il pieno appoggio e la gratitudine verso la Magistratura e le Forze dell’Ordine per il servizio che hanno reso anche in questo caso alla collettività e a tutti coloro che svolgono con passione e correttezza ogni giorno il proprio lavoro. La Federazione nazionale FNOPI, inoltre, chiede un impegno concreto da parte delle istituzioni per tutelare, in ogni sede, il buon nome della professione ed evitare l’utilizzo improprio della qualifica di ‘infermiere’, oggi estesa anche a personale privo della necessaria laurea abilitante e dell’obbligatoria, conseguente, iscrizione all’Ordine professionale».
«Il contesto attuale – dichiara la presidente nazionale, Barbara Mangiacavalli – genera confusione nelle relative attribuzioni, non solo rispetto ai pazienti che non hanno mai chiara la professionalità, le abilità e le peculiarità di chi li assiste, ma anche rispetto all’utilizzo improprio del termine ‘infermiere’ che adoperano i media per descrivere funzioni che con quelle infermieristiche nulla hanno a che fare. Provvedimenti all’attenzione del governo e del parlamento, non ultimo il Ddl Semplificazione, potrebbero prevedere senz’altro l’accoglimento di una disposizione che vada in questa direzione, ponendo fine a questo clima di confusione».