L’Associazione famiglie disabili lombarde ha rivolto una lettera ai ministeri della Salute e della Disabilità, rappresentando i rischi per la salute derivanti dal suo utilizzo per la sterilizzazione delle sacche per la nutrizione artificiale
Dopo l’articolo apparso su Sanità Informazione, la questione dell’impiego dell’ossido di etilene per la sterilizzazione di dispositivi medici è sbarcata in Parlamento ed è diventata oggetto di una interrogazione depositata alla Camera dalla deputata di Coraggio Italia Fabiola Bologna.
«In questi giorni – sottolinea Bologna – è stata nuovamente portata all’attenzione delle istituzioni la questione riguardante l’impiego dell’ossido di etilene per la sterilizzazione di dispositivi medici, quali sacche per enterale utilizzate per alimentare i pazienti. Difatti, l’Associazione famiglie disabili lombarde ha rivolto una lettera ai ministeri della Salute e della Disabilità, rappresentando i rischi per la salute derivanti dal suo utilizzo per la sterilizzazione delle sacche per la nutrizione artificiale».
«L’Organizzazione mondiale della Sanità – continua Bologna – aveva già accertato il rapporto diretto tra l’uso di ossido di etilene e alcuni effetti nocivi per la salute, quali l’insorgenza di leucemia, tumori al pancreas e al fegato, danni alla vista e problemi all’apparato riproduttivo. Inoltre, l’Unione europea ne aveva vietato l’utilizzo per i contenitori a contatto diretto con gli alimenti, posto che l’ossido di etilene è classificato come mutageno, cancerogeno e tossico e non è approvato come sostanza attiva per l’uso nei prodotti fitosanitari nell’Unione. Inoltre, il Parlamento, nel 2017, aveva rappresentato le cautele necessarie per l’utilizzo dell’ossido di etilene in ambito sanitario».
«Data la delicatezza del tema – conclude Bologna – posto che, a più livelli, appare ormai consolidato il dato circa la tossicità dell’ossido di etilene, ho chiesto al Ministro della salute quali verifiche sono state predisposte e quali misure intende adottare, in particolare per tutelare la salute dei pazienti bisognosi di essere alimentati attraverso le sacche per la nutrizione artificiale».
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