Simulazioni, sorveglianza epidemiologica e virologica immediata, comunicazione e rafforzamento dei posti letto e del personale tra le attività previste
Sorveglianza epidemiologica e virologica immediata, disponibilità ad un incremento dei posti letto disponibili all’interno delle strutture sanitarie, stock di dispositivi di protezione individuale sufficienti per almeno tre mesi, modalità di assunzione celere di nuovo personale sanitario. Sono solo alcune delle azioni che, di fronte ad una nuova pandemia, la Regione Sicilia sarebbe in grado di compiere tempestivamente. Il tutto grazie al “Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu) 2021-2023” che ogni Regione d’Italia ha redatto su indicazione del Ministero della Salute. In un’intervista a Sanità Informazione, Lia Murè e Mario Palermo, referenti per lo sviluppo del PanFlu 2021-2023 della Regione Sicilia descrivono il contenuto del Piano approvato e svelano le prossime mosse.
I DOCUMENTI
PANFLU REGIONE SICILIANA 2021-2023
«Grazie al PanFlu 2021-2023, se dovesse verificarsi una nuova pandemia, il Sistema Sanitario Regionale della Sicilia, sarebbe pronto a gestire l’emergenza e a non trovarsi impreparati come accaduto nel 2020», assicura la dottoressa Murè. Il PanFlu regionale è stato redatto dai coordinatori regionali con il contributo di tutte le strutture sanitarie presenti in Sicilia. Ogni azienda sanitaria ha provveduto, sulla base di quanto previsto dal Panflu regionale, alla stesura di un proprio piano individuale. Inoltre, i coordinatori regionali hanno effettuato un programma di promozione del PanFlu con specifici incontri presso le aziende. Le risultanze di tali attività sono state presentate dall’Assessore Regionale per la salute, Giovanna Volo, e dal Dirigente Generale Dasoe Salvatore Requirez, lo scorso mese di giugno, in occasione di un incontro di tutte le direzioni aziendali presso il Cefpas di Caltanissetta.
Il passo successivo è la simulazione: «Due aziende hanno già provveduto a simulare quanto contenuto nel Piano, altre simulazioni sono in corso, altre ancora verranno effettuate entro l’autunno», assicura Murè. Simulare significa passare dalla teoria alla pratica e «soprattutto – aggiunge il dottor Palermo – verificare la presenza di eventuali criticità nel sistema di gestione dell’emergenza all’interno della singola struttura sanitaria ed, eventualmente, porvi rimedio». «Queste simulazioni ci preparano anche all’esercitazione prevista dal Ministero della Salute, per il mese di novembre, i cui risultati saranno utili alla stesura del Piano per il triennio successivo», spiega Murè.
Ma quali sono le prime “armi” che le strutture sanitarie siciliane metteranno in campo in caso di nuova pandemia? «Siamo pronti ad avviare una sorveglianza epidemiologica e virologica immediata, così come il numero dei posti letto disponibile all’interno delle nostre strutture potrebbe essere agevolmente ampliato. Ancora, avremmo accesso immediato a tutti i dispositivi di protezione individuale necessari a tutto il personale sanitario per un periodo di almeno tre mesi, così da avere tempo a sufficienza per provvedere ad un nuovo approvvigionamento. Inoltre, le Aziende che ne avranno necessità potranno assumere personale senza attendere le lungaggini previste dai concorsi pubblici. Il territorio regionale, grazie a degli interventi ad hoc effettuati in questi mesi, dispone di un’ampia rete laboratoristica in grado di procedere alla genotipizzazione di nuovi ed eventuali virus. Inoltre, è disponibile una rete di referenti regionali, individuati per nome e mansione, reperibili h24 in caso di necessità e coordinati dai referenti regionali».
Molto è stato fatto anche nell’ambito della formazione e della comunicazione del rischio in emergenza, attività fondamentale, alla luce di quanto avvenuto durante la pandemia da Covid-19 e su cui tutte le strutture stanno rafforzando la preparazione e risposta insieme alle attività di contrasto alla disinformazione e di gestione dell’infodemia, «anche se per ora – sottolinea Murè – ci siamo rivolti esclusivamente al personale sanitario. Abbiamo concentrato tutte le risorse alla preparazione di coloro che, in caso di nuova emergenza sanitaria, si troverebbero in prima linea. Per ora non è stata avviata nessuna campagna di sensibilizzazione e comunicazione per i cittadini, ai quali ci rivolgeremo entro il prossimo inverno con interventi mirati. Abbiamo preferito evitare di parlare alla cittadinanza di nuove possibili pandemie. Siamo convinti che la popolazione non sia ancora pronta per affrontare, anche solo attraverso una simulazione, l’ipotesi di una nuova pandemia. Il rischio – conclude il dottor Palermo – sarebbe stato quello di infondere inutili timori».
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