«Abbiamo apprezzato anche l’aspetto di aver aperto un confronto con tutti gli stakeholder», spiega ai microfoni di Sanità Informazione il portavoce della Federazione degli Ordini degli Infermieri, Tonino Aceti
Lo spettro dei tagli, paventati nell’ultima bozza del Patto per la Salute sottoposta alle Regioni, agita il mondo della sanità. La clausola finanziaria voluta dal Mef, che vincola l’incremento al Fondo sanitario messo a bilancio al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e al quadro macroeconomico, è stata subito respinta dal Ministro della Salute, Giulia Grillo.
Un intervento gradito anche dalla Federazione degli Ordini degli Infermieri: «Apprezziamo il punto di vista e il chiarimento che il ministro Grillo ha fatto velocemente sulla vicenda – sottolinea il portavoce Fnopi Tonino Aceti -. Il fatto di aver chiarito che dal suo punto vista sono irricevibili le clausole inserite nel Patto che vanno ad intaccare gli incrementi del fondo per noi è motivo di rassicurazione».
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«Tagli alla sanità non se ne possono più fare, – continua Aceti – ha già dato. Se bisogna recuperare qualche risorsa per il pareggio di Bilancio che Bruxelles ci chiede si andasse a recuperare risorse in altri settori pubblici non efficienti come la sanità. Noi ormai abbiamo raschiate il barile, stiamo facendo di tutto, i professionisti sono in prima linea e hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Noi dobbiamo adesso rilanciare il servizio sanitario nazionale e anziché tagli c’è bisogno di forti investimenti a partire dallo sblocco delle assunzioni, maggiori investimenti per quanto riguarda l’accessibilità alle prestazioni, l’edilizia sanitaria. Abbiamo tante priorità».
«Abbiamo apprezzato anche l’aspetto di aver aperto un confronto con tutti gli stakeholder – prosegue il portavoce di Fnopi – che non sono solo le regioni, ma professionisti, ordini, sindacati, associazioni di cittadini e pazienti. Confrontarsi con tutto questo mondo qui, che è il tessuto del Servizio sanitario nazionale, sul Patto per la salute è una scelta molto innovativa mai fatta e siamo a disposizione per offrire il nostro contributo».
Aceti sottolinea poi che la clausola in questione è “un film già visto” con il precedente Patto per la Salute e che ripetere gli errori del passato sarebbe quanto di più sbagliato: «Le clausole che abbiamo ritrovato nell’ultima bozza del Patto per la Salute sono le stesse del vecchio Patto per la salute 2014 – 2016. Queste clausole devono essere eliminate. La storia ci insegna che il vecchio patto per la salute prevedeva come finanziamento per il 2016 di 115,5 miliardi ma nel 2016 l’effettivo finanziamento fu di 111 miliardi, 4,5 miliardi in meno. Questa cosa qui – conclude Aceti – non è più sostenibile per il nostro Servizio sanitario nazionale. Bene il ministro Grillo a scongiurare questo film, si stava reiterando un vecchio film che dobbiamo velocemente archiviare».