Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: «I 2 miliardi di euro di incremento sul Fondo sanitario nazionale, in aggiunta agli altri 2 miliardi di euro per la parte investimenti e in aggiunta al fatto che dal prossimo anno in autunno partirà l’eliminazione progressiva dei superticket, sono punti importantissimi»
«Sul patto per la Salute stiamo discutendo e abbiamo inviato una lettera al ministro della Sanità, Roberto Speranza, per accelerare e per provare a sciogliere tutti i nodi presenti. Siamo in attesa dal Governo precedente di poterlo approvare». Così il presidente, Stefano Bonaccini, al termine della riunione della Conferenza delle Regioni.
Un Patto fortemente ridimensionato dal Mef, come si evince dalla bozza emersa in settimana. Il Tesoro ha posto il suo veto sulla proposta di stop ad ogni forma di incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e quello di Commissario ad acta del Servizio sanitario regionale. Eliminati anche il paragrafo sull’implementazione del nuovo Piano Nazionale per il governo delle liste d’attesa 2019 – 2021, la flessibilità del tetto di spesa per il personale sanitario e le risorse aggiuntive per le indennità.
«Quando il ministro venne in Conferenza delle Regioni – ricorda – indicò la necessità di approvarlo il prima possibile, quindi noi confidiamo che presto il Patto per la Salute possa essere sottoscritto. Anche perché sarebbe il completamento di un accordo importantissimo che abbiamo già raggiunto con il Governo sulla sanità in legge di stabilità, perché i 2 miliardi di euro di incremento sul Fondo sanitario nazionale, in aggiunta agli altri 2 miliardi di euro per la parte investimenti e in aggiunta al fatto che dal prossimo anno in autunno partirà l’eliminazione progressiva dei superticket, sono punti importantissimi. Ora, il Patto per la Salute – conclude Bonaccini – sarebbe la ciliegina sulla torta, per addivenire a un complessivo accordo sulle politiche per la sanità».