Sanità 4 Giugno 2019 13:13

Piogge estreme mettono a rischio la salute pubblica. La ricerca dell’Università di Bologna

La frequenza di precipitazioni estreme – eventi che possono causare frane e alluvioni, mettendo a rischio la sicurezza e la salute pubblica – è aumentata a livello globale negli ultimi cinquant’anni di pari passo con l’intensificarsi del riscaldamento globale. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Water Resources Research e realizzato da studiosi […]

La frequenza di precipitazioni estreme – eventi che possono causare frane e alluvioni, mettendo a rischio la sicurezza e la salute pubblica – è aumentata a livello globale negli ultimi cinquant’anni di pari passo con l’intensificarsi del riscaldamento globale. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Water Resources Research e realizzato da studiosi della University of Saskatchewan (Canada) e dell’Università di Bologna. Gli autori sono Simon Papalexiou della University of Saskatchewan (Canada) e Alberto Montanari del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna.

L’analisi ha preso in considerazione il numero di piogge estreme nel periodo compreso tra il 1964 al 2013, mostrando come questi fenomeni metereologici siano aumentati costantemente in tutte le aree considerate: Europa, Russia, Cina, Australia e vaste zone del Nord America. 

Si stima – si legge nella nota  dell’Università di Bologna – che tra il 1980 e il 2009 le inondazioni causate dalle piogge abbiano colpito quasi tre miliardi di persone in tutto il mondo provocando oltre mezzo milione di morti. E questi fenomeni sono spesso responsabili anche di danni all’agricoltura, agli edifici, alle strade e alle infrastrutture, con conseguenze estremamente rilevanti in termini sociali ed economici».

Secondo gli studiosi il fenomeno può essere messo in relazione con il riscaldamento globale causato negli stessi decenni dall’attività dell’uomo. Temperature più alte portano infatti ad un maggiore accumulo di acqua nell’atmosfera e di conseguenza ad una più alta frequenza di forti precipitazioni. «Sapere che la frequenza delle precipitazioni estreme è in aumento può aiutarci a trovare soluzioni efficaci per l’adattamento ai cambiamenti climatici: avremo sempre più bisogno di infrastrutture in grado di resistere a shock frequenti» conferma Alberto Montanari, professore di costruzioni idrauliche e idrologia all’Università di Bologna, tra gli autori dello studio.

«La nostra ricerca ha mostrato che eventi potenzialmente molto pericolosi come le piogge estreme sono aumentati decennio dopo decennio. Se il riscaldamento globale continuerà a crescere come prevedono gli ultimi modelli climatici, dobbiamo iniziare subito a mettere in campo strategie per la gestione di questi fenomeni che altrimenti possono portare a conseguenze devastanti – dice Simon Papalexiou, idroclimatologo della University of Saskatchewan e primo autore dello studio.

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