Sindacati e rappresentanti di categoria (AMOlp, FIMeOLP e AndiamoinOrdine) lanciano un appello alla futura classe politica per salvare la professione: «Offrire pari dignità e valore alle prescrizioni pubbliche e private, concedere ai medici liberi professionisti gli stessi sussidi rivolti alle imprese, modificare il D.P.R. 483/97 e decreto Balduzzi»
Diminuire la pressione fiscale, offrire pari dignità e valore alle prescrizioni pubbliche e private, concedere ai medici liberi professionisti gli stessi sussidi rivolti alle imprese, modificare il D.P.R. 483/97 e decreto Balduzzi: sono solo alcune delle proposte che sindacati e rappresentanti di categoria (AMOlp, FIMeOLP e AndiamoinOrdine) hanno rivolto alla futura classe politica, in una lettera aperta, per “salvare” la professione.
«La figura del libero professionista medico o odontoiatra titolare di studio sta scomparendo proprio a causa delle difficoltà burocratiche e fiscali sempre maggiori», racconta Nunzio Cirulli, presidente dell’associazione di categoria AndiamoinOrdine. Difficoltà che hanno spinto alcuni sindacati e rappresentanti di categoria (AMOlp, FIMeOLP e AndiamoinOrdine) a scrivere una lettera indirizzata alla classe politica e, soprattutto, a coloro che tra pochi giorni si troveranno a governare il Paese, in cui si indicano alcuni cambiamenti necessari a garantire la sopravvivenza della figura del libero professionista medico o odontoiatra.
«Per combattere l’evasione è necessario ridurre la pressione fiscale a carico delle P.IVA e innalzare la detraibilità fiscale delle prestazioni sanitarie fino al 100%. – dice Francesco Santoro, segretario nazionale Fimeolp, la Federazione Italiana Medici e Odontoiatri Liberi Professionisti -. Attualmente, la detraibilità è al 19%, una percentuale così bassa da indurre il paziente a pagare in contanti (in nero, ndr), rifiutando l’emissione della fattura in cambio di uno sconto sulla parcella di una percentuale pari a quella detraibile. Se, invece, un paziente potesse detrarre l’intero costo sono certo che “costringerebbe” tutti i professionisti ad emettere fatture e l’evasione fiscale diventerebbe un lontano ricordo nel giro di pochissimo tempo».
È in crescita il numero di medici liberi professionisti che hanno la necessità di prorogare e rateizzare i contributi previdenziali: «Una scelta che, sommata all’elevato ricorso ai sussidi straordinari erogati dall’Enpam, dimostra quanto oggi essere un libero professionista che opera nel settore della salute sia un’impresa sempre più complessa -. aggiunge Cirulli. Restando in tema di detraibilità fiscale – continua il presidente di AndiamoinOrdine – proponiamo di estendere le stesse modalità di pagamento previste nel Sistema Sanitario Nazionale anche agli studi medici privati, permettono ai pazienti di poter detrarre anche le parcelle saldate in contanti. Questo per non penalizzare l’utenza sprovvista di cc bancario/postale o di carta di credito».
Parità di trattamento è richiesta anche rispetto alle imprese. «Noi medici liberi professionisti siamo trattati alla stessa stregua delle imprese per tassazione e incombenze, ma veniamo puntualmente esclusi da eventuali sostegni e contributi allo sviluppo concessi alle aziende», dice Cirilli.
E l’elenco dei cambiamenti proposti da sindacati e rappresentanti di categoria è ancora lungo: «Chiediamo una più organica e ampia riforma sull’equo compenso, con la possibilità di prevedere la reintroduzione di tariffari minimi a tutela della salute del paziente e del decoro della professione – spiega Santoro -. Ancora, un più incisivo impegno politico istituzionale nel contrasto agli attacchi indiscriminati alla classe medica ed odontoiatrica, cosiddette gogne mediatiche, a tutela della salvaguardia del rapporto medico/paziente».
I medici liberi professionisti chiedono che siano dati pari dignità e valore alle prescrizioni terapeutiche e alle certificazioni per patologia ed esenzione per chi lavora nel pubblico e nel privato. «Così come non è più rinviabile nemmeno la modifica del D.P.R. 483/97 e decreto Balduzzi che esclude i laureati in Odontoiatria e Protesi Dentaria e i Medici Chirurghi specializzati in Odontostomatologia (entrambi iscritti all’albo degli Odontoiatri) dalla partecipazione ai concorsi come Dirigente Odontoiatra e dalla specialistica ambulatoriale del SSN. Una semplice correzione – conclude Cirilli – che contribuirebbe alla risoluzione di uno dei problemi più gravi del nostro Sistema Sanitario Nazionale: la carenza di personale».
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