Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, risponde all’allarme del Centro europeo per il controllo delle malattie: «Un’emergenza per la salute pubblica frutto di scelte sbagliate: nel ’99 il Parlamento decise, forse con troppo anticipo, di sospendere l’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola»
«L’importazione di infezioni o di casi di polio in Europa rimane possibile». Lo ha scritto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nel suo ultimo bollettino sulla diffusione della polio nel mondo. Un allarme che non ha sorpreso Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss): non solo era a conoscenza del pericolo, ma lo aveva anche preannunciato da tempo.
«Avevo detto già tre anni fa – ha commentato il Presidente dell’Iss – che c’è un nuovo rischio di difterite e di polio in Italia, a causa di un notevole calo delle vaccinazioni».
Dunque, nonostante i progressi fatti negli ultimi anni nel campo della prevenzione, la polio rimane un’emergenza di salute pubblica internazionale. Dall’inizio del 2018, secondo quanto riportato dal bollettino dell’Ecdc, ci sono stati già otto casi confermati, tre in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A questi contagi, avvenuti in Pakistan e Afghanistan, vanno aggiunti tre casi di infezione da virus derivante da vaccino, che si sviluppa utilizzando un tipo di immunizzazione più vecchio in presenza di scarse coperture, in Repubblica Democratica del Congo.
Anche se di questa emergenza si parla soltanto oggi, le sue radici non sono così recenti: «Tutto è cominciato nel ’99 – ha spiegato Ricciardi – quando sostanzialmente il Parlamento decise, forse con troppo anticipo, di sospendere l’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola. Da quel momento in poi, abbiamo prodotto decine di migliaia di persone non vaccinate, che costituiscono il bacino ideale per la diffusione dei germi e dei batteri. Oggi, purtroppo, noi siamo in questa condizione. E se non avessimo fatto la legge per mettere in protezione i bambini, sarebbero proprio i piccoli da zero a sei anni ad essere a rischio di questa malattia. Fortunatamente, la stragrande maggioranza non lo è. Ma tutti quelli che non si sono vaccinati, nel corso degli anni, a partire dal ’99, sono a rischio di tutte le malattie che circolano».
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E l’Italia ha cominciato a fare i conti con gli effetti del calo delle vaccinazioni già dallo scorso anno: «Lo abbiamo visto con il morbillo – ha sottolineato il Presidente dell’Iss -. Se la difterite non è scoppiata nel nostro Paese è solo per miracolo: sappiamo che ci sono stati dei casi, fortunatamente isolati. La polio non è arrivata, non ancora. Ma è plausibile che possa tornare, proprio perché ci sono delle parti del mondo dove sta riemergendo, come il Pakistan e l’Afghanistan».
Estendere l’obbligo vaccinale alla popolazione adulta potrebbe metterci in salvo da una possibile epidemia di polio? «No. L’obbligo a questo punto non è più auspicabile – ha risposto Ricciardi -. È importante che le persone si convincano, che ne comprendano l’importanza. Questo convincimento può avvenire sostanzialmente per due motivi. Primo, come sta accadendo in questi giorni a Catania, dove le Asl sono prese d’assalto da persone che chiedono il vaccino contro il morbillo, poiché il 50% del totale dei casi italiani si sono verificati tutti in Sicilia. Ma questo è un tipo di convincimento sbagliato, perché si agisce per paura e non per intelligenza o ascoltando la scienza. In alternativa, e questa sarebbe la soluzione ideale, attraverso un convincimento diretto che faccia comprendere ai nostri giovani, anziani e adulti l’importanza che il vaccino riveste per la salute individuale e della comunità».
Per comprendere il valore delle vaccinazioni non è necessario alcuno sforzo d’immaginazione, ipotizzando possibili contagi da Paesi lontani di malattie che sembravano essere dimenticate. Gli esempi sono molto più vicini di quanto si possa pensare: «In Italia – ha detto Ricciardi – 2mila persone, ogni anno, contraggono la meningite. Tutti casi che potremmo evitare se da bambini ci si vaccinasse contro questa malattia, una vaccinazione che offriamo gratuitamente e attivamente». E se questo non funziona? «C’è qualcuno – ha concluso il Presidente dell’Iss – che purtroppo ne paga le conseguenze».