Il “Pronto intervento rosa” nasce per tutte le donne vittime di violenza ed eventuali figli minori in situazione di alto rischio che non possono essere immediatamente collocati in una casa rifugio
“Siamo attivi operativamente su tutto il territorio affinché ogni donna vittima di violenza domestica in condizione di povertà materiale sia messa in grado di uscire dal circuito della violenza e della dipendenza economica, acquisire la propria autonomia personale e lavorativa, e riconquistare la propria dignità sociale”. È così che l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, commenta l’’istituzione del ‘Pronto intervento rosa della Regione Sardegna’ (la delibera). Per il progetto è stata autorizzata la spesa annua di 300mila euro.
“Il Pronto intervento rosa sarà attivato nei 10 ambiti del piano locale unitario dei servizi (Plus) – prosegue l’assessore -, attuali beneficiari e soggetti attuatori del reddito di libertà, individuati nelle città di Cagliari, Oristano, Nuoro, Sassari, Olbia, Carbonia, Sanluri, Ogliastra, Macomer e Ozieri. Il servizio sarà gestito tramite i Centri antiviolenza e le Case di accoglienza presenti nel territorio di ciascun ambito PLUS, e con la collaborazione di altri servizi territoriali coinvolti. Ciò, perchè sia garantito un intervento immediato e tempestivo di pronto soccorso antiviolenza. Attraverso questa iniziativa intendiamo rendere più efficiente la gestione delle situazioni emergenziali delle donne vittime di violenza”.
Il Pronto intervento rosa nasce per tutte le donne vittime di violenza ed eventuali figli minori in situazione di alto rischio che non possono essere immediatamente collocati in una casa rifugio, per carenza di posti disponibili o perché si trovano sul momento non in possesso dei requisiti richiesti per entrarvi, come, ad esempio, le donne con patologie psichiatriche e/o affette da dipendenze. “Il servizio – spiega l’Assessore – dovrà garantire la possibilità di accesso h24 ad un eventuale ‘stato di protezione immediata’, se necessario, festivi compresi, assicurando l’alta protezione per periodi brevi (minimo per un giorno, massimo per un mese). Si considera il periodo sufficiente per una prima valutazione, finalizzata a individuare tempi e modalità più adeguati per il percorso di fuoriuscita dalla violenza”.
Con una successiva delibera, l’Assessore assicura che provvederà ad individuare “le specifiche organizzative del servizio, i ruoli e le competenze dei soggetti coinvolti, per definire il processo per la presa in carico della vittima della violenza e dei suoi eventuali figli all’interno della rete dei servizi al fine di garantire la sua protezione immediata e la sua sicurezza, in un’ottica di standard omogenei su tutto il territorio regionale. Auspichiamo di far sentire la presenza delle Istituzioni ancora più vicino alle donne che si trovano nella difficoltà di situazioni di violenza, aiutarle a superare il timore di richiedere l’aiuto di cui necessitano e – conclude – prevenire tempestivamente a tragedie talvolta annunciate”.
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