Sanità 2 Novembre 2022 09:58

Quel che c’è da sapere sulle Case della Comunità

Entro il 2026 ne dovranno essere inaugurate almeno 1.350 Case della Comunità su tutto il territorio nazionale. Vi lavoreranno medici di medicina generale, pediatri, specialisti, professionisti sanitari, operatori sanitari, socio-sanitari e sociali

Quel che c’è da sapere sulle Case della Comunità

Offrire un’assistenza sanitaria vicina ai cittadini è l’obiettivo principale che si intende perseguire con la realizzazione delle Case della Comunità. La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza i principali punti di fragilità del Sistema Sanitario Nazionale italiano e tra questi c’è proprio l’incapacità di assicurare un’assistenza sanitaria continuativa e prossima ai cittadini, al di fuori degli ospedali. Così, per sopperire a tale carenza, nella redazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ed in particolare alla Missione n.6, esclusivamente dedicata alla Sanità, sono stati individuati dei cambiamenti strategici volti a migliorare ed a rendere più capillare la rete sanitaria territoriale.

Prossime, accessibili e multidisciplinari

Entro il 2026 dovranno essere inaugurate almeno 1.350 Case della Comunità su tutto il territorio nazionale. Queste strutture dovranno rispondere a tre requisiti chiave: prossimità, accessibilità e multidisciplinarietà. Il primo luogo, dovranno essere luoghi fisici e trovarsi vicino alle abitazioni dei cittadini. Poi, i servizi offerti, oltre a dover essere equamente accessibili ad ogni cittadino, senza distinzione di genere, età o condizione socio-economica, dovranno integrare l’assistenza sanitaria con quella sociosanitaria e sociale. All’interno delle Case della Comunità, infatti, i cittadini potranno trovare medici di medicina generale e pediatri, specialisti, professionisti sanitari, operatori sanitari, socio-sanitari e sociali.

Obiettivi e risorse delle Case della Comunità

Le Case della Comunità nasceranno con l’obiettivo di ridurre il numero delle ospedalizzazioni, soprattutto non urgenti. Nonché incrementare l’utilizzo di nuove tecnologie, comprese la telemedicina e la teleassistenza. Inoltre, è prevista la creazione di un punto di accesso unico a tutti i servizi sanitari. Per ogni paziente verranno realizzati un database medico e un registro elettronico sanitario, al fine non solo di garantire un equo accesso alle cure, ma anche di facilitarlo. Per realizzare oltre 1.300 Case, nell’arco dei prossimi tre anni, avremo a diposizione 2 miliardi di euro.

 

 

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