L’ex ministro della Salute a Farma & Friends: «Necessaria una chiamata alle armi di tutte le forze politiche. Gli operatori della sanità sono preoccupati per i tagli preventivati al settore»
L’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin si fa portavoce della preoccupazione di tutti gli operatori della sanità. Intervenuta all’evento di solidarietà Farma & Friends, organizzato da FederFarma Roma con l’obiettivo di acquistare un oftalmoscopio laser a scansione per il nuovo reparto di pediatria dell’Ospedale Oftalmico di Roma, l’onorevole Lorenzin accende i riflettori sulla programmazione economica per la sanità italiana.
«Il Rapporto Gimbe appena presentato – in cui emerge il taglio di 28 miliardi in 10 anni – non può non destare preoccupazione – dichiara la Lorenzin – e credo che su questo sia necessaria una chiamata alle armi di tutte le forze politiche».
«Abbiamo davanti a noi un autunno difficile – aggiunge – in cui dovremo affrontare la legge di Bilancio, ma già in questo periodo c’è grande preoccupazione per i tagli preventivati alla sanità. Abbiamo infatti già perso le risorse aggiuntive al Patto della Salute che erano vincolate nella legge di Bilancio di quest’anno».
Il riferimento della Lorenzin è alla clausola finanziaria contenuta nella bozza del nuovo Patto circolata nei giorni scorsi, che vincola l’incremento del fondo previsto nella legge di bilancio 2019 all’instabile quadro macro-economico. Poche righe che hanno portato la Conferenza delle Regioni a sollevare l’allarme e a dar vita ad un vivace botta e risposta con il governo, finché l’intervento del ministro della Salute Giulia Grillo, che ha definito la clausola «politicamente irricevibile», non ha parzialmente placato gli animi, minacciando addirittura di dimettersi in caso di ulteriori tagli alla sanità.
Ma a rischio pare essere anche la legge sull’obbligo vaccinale adottata dalla scorsa legislatura che porta proprio il nome della Lorenzin. L’onorevole, tuttavia, aspetta di conoscere gli sviluppi dell’iter prima di pronunciarsi: «La norma che giace al Senato parte da un presupposto scientificamente sbagliato, e cioè che i vaccini sono una terapia e non un’arma di prevenzione. Vediamo se hanno veramente intenzione di metterci mano», conclude l’onorevole.