A quanto pare, lo stress di cui soffrono i medici non conosce confini. Né geografici, né tantomeno anagrafici. Secondo uno studio condotto dallo Student BMJ un giovane medico britannico su sette ha meditato il suicidio. Le cause? La pressione lavorativa e l’ansia di intraprendere una carriera spesso costellata di incertezze. Un malessere condiviso con i colleghi francesi. L’ex ministro socialista Benoît Hamon ha infatti proposto una riforma per riconoscere il crollo psico-fisico del lavoratore (o burnout) come una malattia professionale. Un disagio che, per essere curato, costerebbe alle casse dell’UE più di 20 miliardi l’anno, secondo una ricerca condotta dall’European Heart Journal e pubblicata su The Observer. E in Italia i medici non sembrano passarsela tanto meglio. Un recente studio ha evidenziato che, a causa dei turni di lavoro massacranti a cui sono sottoposti, sono sempre più i camici bianchi nostrani a soffrire di malattie cardiovascolari e metaboliche, disturbi del sonno e psicologici.