Il parlamentare ha annunciato che, oltre al disegno di legge, presenterà un emendamento alla legge di Bilancio: «Credo sia il tempo giusto per poter garantire questo ombrello di dignità. Ai familiari dei pazienti deceduti per Covid sarà garantito il diritto a chiedere l’eventuale possibile risarcimento»
Se ne discute dalla scorsa primavera ma le forze politiche finora non sono riuscite a trovare un accordo. Eppure il tema dello scudo penale per gli operatori impegnati in prima linea nell’emergenza Covid è sempre più attuale: medici, infermieri e professionisti sanitari, gli eroi della prima fase, ora rischiano di essere travolti da una pioggia di cause di risarcimento per la gestione dei malati Covid-19.
Proprio per far fronte a questa “emergenza nell’emergenza” il deputato di Forza Italia Paolo Russo ha presentato il ddl 2699 denominato “Disciplina temporanea della responsabilità degli esercenti le professioni e le attività sanitarie per danni a pazienti affetti da Covid-19” che prova a mettere ordine in materia e a gettare un’ancora di salvezza per gli operatori sanitari. Ora il ddl sarà trasformato in emendamento alla legge di Bilancio e chissà se nel dialogo tra maggioranza e opposizione rientri anche questo tema. Se non sarà accolto nella Manovra, il ddl avrà il suo iter naturale e sarà discusso nelle Commissioni congiunte Affari Sociali e Giustizia.
La proposta di legge prevede una ‘clausola di salvaguardia’ per la responsabilità degli esercenti le professioni e le attività sanitarie delle strutture pubbliche e private, dall’inizio dello stato di emergenza e per tutta la durata dell’emergenza epidemiologica, con cui si esclude la responsabilità di medici e altri professionisti della sanità “per i danni a pazienti affetti da Covid-19 derivanti da errori od omissioni ovvero da violazioni degli obblighi inerenti all’attività sanitaria”.
«Lo scudo penale è stato proposto in tutti e quattro i provvedimenti che si sono avvicendati dall’inizio della pandemia e nonostante vi sia stato sempre un sostanziale apprezzamento da parte di tutte le forze politiche non si è mai trovata la strada del rettilineo finale – sottolinea Russo -. Ci si è sempre fermati all’ultima curva per una sorta di incomprensione iniziale. Ho la sensazione che si fosse pensato che lo scudo per il personale sanitario potesse rappresentare una sorta di “colpo di spugna” per chi non è al fronte negli ospedali, per i “papaveri” della sanità pubblica e privata, un colpo di spugna che cancellasse eventuali responsabilità di tipo gestionale e manageriale».
Il ddl esclude la responsabilità penale colposa degli esercenti le professioni e le attività sanitarie ed anche la responsabilità civile. In base all’articolo 4 “il diritto al risarcimento del danno è esercitato, con le forme previste dalla legge, direttamente nei confronti delle strutture sanitarie o nei confronti dell’impresa di assicurazione, salvo che l’obbligazione sia stata assunta direttamente dal medico con il paziente”.
«Questa domanda da parte degli operatori sanitari è una domanda assolutamente prevalente – sottolinea il deputato di Forza Italia -. Mi spiego meglio: noi siamo stati al cospetto di una vicenda non ordinaria e lo siamo tutt’ora. Ma penso soprattutto ai primi tempi quando non si avevano certezze dal punto di vista diagnostico e terapeutico. Si aveva anche una debolezza negli strumenti, a cominciare dai dispositivi di protezione individuale, per finire agli strumenti utili ad una diagnosi certa. È evidente che in quella stagione, ma anche oggi, errori, incomprensioni, decisioni che andavano assunte e che sono state assunte nell’arco di pochi secondi possono esporre il professionista a un eventuale rischio del risarcimento dal punto di vista civile e anche a responsabilità dal punto di vista penale».
La norma, secondo Russo, non impedirà ai cittadini che cercano giustizia di esercitare il loro diritto: «La norma che ho proposto parte da un duplice profilo. Da una parte uno scudo penale e civile per il personale sanitario, ma d’altra parte evitare che questo rappresenti una sottrazione di diritto da parte delle decine di migliaia di cittadini che sono alla ricerca di verità e giustizia. Penso ai familiari dei tanti deceduti ai quali deve essere garantito il percorso di giustizia e dev’essere necessario un giusto risarcimento laddove vi siano gli estremi. Quindi non si tratta di cancellare un diritto, si tratta di garantire che il danno non sia in capo a chi è al fronte come accade per la medicina di guerra. Così come non dev’esserci una responsabilità in capo al personale sanitario, negli stessi termini dev’essere garantito al cittadino, al familiare del paziente deceduto per Covid il diritto a vedere riconosciuto un proprio esercizio e soprattutto l’eventuale possibile risarcimento».
Secondo Russo, però, bisogna fare presto: «Non so se sarà la volta buona ma io credo sia sempre tardi. Non soltanto speculatori e faine senza scrupoli si stanno abbattendo sulla vita dei sanitari che abbiamo descritto come eroi e oggi sono lasciati soli di fronte all’aggressività di talune sigle che si fanno vanto di garantire diritti a danno del personale sanitario. Credo che il tempo sia giusto ora nel poter garantire questo ombrello di dignità, di valore. Farebbe capire che il Paese sta dalla parte di quegli angeli che combattono ancora oggi in prima linea».
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