L’Organizzazione Mondiale della Sanità esprime «profondo allarme» per il sospetto utilizzo di armi chimiche nell’attacco di sabato scorso nella città di Douma a Ghouta Est. Trump promette di far pagare «un caro prezzo» ai responsabili
Il presunto attacco chimico dello scorso sabato a Douma, nella regione siriana di Ghouta est, avrà serie conseguenze. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di far pagare «un caro prezzo» ai responsabili dell’utilizzo di armi chimiche, a partire dal regime di Damasco. E mentre Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna si stanno infatti consultando sulla possibilità di sferrare un attacco militare contro la Siria nei prossimi giorni (eventualità che ha spinto l’Agenzia europea per la sicurezza area a diramare un’allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale a causa del possibile lancio di raid aerei), media israeliani rivelano che il Presidente siriano Bashar al-Assad avrebbe lasciato il palazzo presidenziale di Damasco insieme alla sua famiglia con un convoglio militare russo per timore di un attacco americano. Intanto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta i numeri e le conseguenze dell’attacco di sabato, esprimendo «profondo allarme» per il sospetto utilizzo di armi chimiche.
Secondo i rapporti dei partner dell’Organizzazione presenti in loco, durante i bombardamenti a Douma di sabato scorso circa 500 pazienti si sono recati presso strutture sanitarie con segni e sintomi che indicano l’esposizione a sostanze chimiche. In particolare, i pazienti presentavano gravi irritazioni delle membrane mucose, difficoltà respiratorie e problemi al sistema nervoso centrale. Più del 70% della popolazione che si riparava negli scantinati dei palazzi è morto. 43 di questi decessi sono collegabili all’esposizione a gas tossici. Anche due strutture sanitarie sono state colpite dai bombardamenti.
«Dovremmo essere tutti indignati per i rapporti e le immagini che arrivano da Douma – ha dichiarato Peter Salama, Vice Direttore Generale dell’OMS per la Preparazione e Risposta alle Emergenze -. L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede immediato accesso alla zona colpita per fornire assistenza a chi ne ha bisogno, valutare i danni per la salute ed assicurare una risposta sanitaria pubblica esauriente».
L’OMS ricorda inoltre alle parti in conflitto il divieto di attaccare strutture e personale sanitari, come disposto dalla Risoluzione 2286 del 2016 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Inoltre, ricorda che l’utilizzo di armi chimiche è vietato dal diritto internazionale, che riflette «la particolare avversione ai danni sproporzionati che queste armi causano nei confronti dei più anziani, i più malati ed i più giovani».
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