Nel piano di contrasto del governo un ruolo anche per i medici di base per rilevare la presenza di malattie anomale. La consigliera regionale della Campania: «Chi vive vicino a uno Stir sa che potrebbe prendere fuoco da un momento all’altro». Poi aggiunge: «Il Prefetto Iorio sta lavorando bene ma la filiera del rifiuto è ancora incompleta»
È un lembo di terra che si estende a nord di Napoli e a sud di Caserta flagellato dall’inquinamento. La Terra dei Fuochi, area ormai tristemente nota che spesso si estende al di là del perimetro ufficiale, è ancora al centro delle cronache: a distanza di anni non si placano gli effetti nocivi delle montagne di rifiuti sotterrati da gente senza scrupoli e dei roghi di rifiuti che ancora oggi flagellano questa terra. E gli effetti sulla salute dei cittadini continuano a farsi sentire: secondo quanto riferisce il progetto SENTIERI, uno studio su 55 comuni della Terra dei Fuochi redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, emergono dati allarmanti su neoplasie che colpiscono soprattutto bambini già nel primo anno di vita. Di contro, si inizia a registrare un calo dei roghi di rifiuti: nel 2018 una diminuzione del 25% rispetto al 2017 secondo quanto riferito dal prefetto Gerlando Iorio dal novembre 2017 alla guida del gruppo interforze istituito nel novembre 2012 dal governo.
Nei mesi scorsi l’esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte ha firmato un Protocollo d’intesa che prevede un piano d’azione contro i roghi tossici e gli interramenti abusivi di rifiuti. In campo, nelle zone più a rischio, saranno impiegati l’esercito, che presidierà i siti di lavorazione dei rifiuti che secondo le prefetture di Napoli e Caserta sono a rischio di incendi dolosi, i droni e un centinaio di carabinieri specializzati in reati ambientali. Saranno anche aumentati i vigili del fuoco pronti a intervenire sul territorio. Nel piano d’azione previsto dall’intesa avranno un ruolo anche le Asl e i medici di base, impiegati per il controllo dell’aria e del territorio finalizzato a rilevare la presenza anomala di malattie più o meno gravi legate all’inquinamento da rifiuti. Di qui la presenza della Regione, che ha competenza sulla sanità. Abbiamo fatto il punto della situazione con Maria Muscarà, capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Regione Campania.
Capogruppo, cosa possono fare le istituzioni per fronteggiare questa emergenza e cosa sta facendo la Regione Campania?
«La regione Campania si limita ad osservare il problema. Terra dei fuochi è un sistema molto ampio che va assolutamente conosciuto e gestito: non è soltanto un incendio appiccato ma è la discarica che poi prende fuoco, è lo Stir (è l’acronimo di Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti, ndr) che viene talmente riempito che tutto il sovvallo che non si riesce a vendere poi prende fuoco. Sono i rifiuti abbandonati a prendere fuoco perché non c’è controllo, sono le ecoballe che vengono gestite dicendo no all’inceneritore ma poi vengono mandate agli inceneritori. La Regione Campania sta osservando questo sistema senza intervenire in maniera seria e puntuale. Ringraziamo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa per l’intervento dell’esercito sugli Stir, ma non basta. La gestione del rifiuto speciale urbano in regione Campania non c’è. Manca la filiera del rifiuto: il rifiuto viene raccolto, messo negli Stir e poi deve partire. Manca la gestione dell’umido: il rifiuto umido viene mal raccolto, stipato e poi deve partire oltre la regione Campania. Tutto questo sistema che genera microcriminalità e criminalità più grossa che gestisce il rifiuto non viene assolutamente ostacolato. Si osserva. Due anni fa è avvenuto l’incendio del Vesuvio, una tragedia immane dove ha preso fuoco la nostra montagna ma anche tonnellate di rifiuti che erano state abbandonate: come con un tam tam tra delinquenti dopo il primo incendio appiccato hanno cominciato ad accendersi le terre dei fuochi dei tanti delinquenti che aspettavano che le forze dell’ordine fossero talmente impegnate sul territorio del Vesuvio da non poter intervenire altrove. La Regione Campania cosa ha fatto? Quattro cabine di regia, chiamiamole così, affidate alla SMA Campania (che è una partecipata) che lavorano ad orario di ufficio e che dovrebbero controllare il territorio. Ancora non siamo riusciti a capire che necessità c’è di avere una struttura sul territorio quando via internet o per telefono tu puoi avvisare comunque una struttura unica centrale che magari può funzionare sempre. Il nuovo prefetto, Gerlardo Iorio, sta lavorando bene. Speriamo che in questo suo lavoro venga sufficientemente accompagnato da chi della Terra dei fuochi fa business».
Intanto però si continua a morire…
«Si continua a morire, si continua a stare male e anche se non si muore la qualità della vita è bassa perché se sai che vivi vicino a uno Stir che potrebbe prendere fuoco da un momento all’altro o vicino a un inceneritore che è controllato da una centralina del 2003 e l’inceneritore è del 2009 la tua qualità della vita è assolutamente bassa, la tua preoccupazione è altissima».