Attive l’unità mobile per prestare primo soccorso nelle zone più remote e una raccolta fondi per portare avanti i progetti di solidarietà rivolti alla popolazione albanese
Il villaggio di Thumane, alla periferia di Durazzo con 5mila anime e 24 morti, è la più zona più colpita dal terremoto che nei giorni scorsi ha devastato l’Albania. 560 persone alloggiano in albergo a Shen Gjin, mentre 100 persone resteranno in tende situate vicino alle loro proprietà crollate o semi distrutte.
A raccontare il post terremoto in Albania è l’imprenditore Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Onlus che, in queste ore, ha annullato tutti gli impegni lavorativi e si è precipitato nella Terra delle Aquile per coordinare i soccorsi che insieme a Sanità di Frontiera sono già in campo per supportare le autorità locali. Consulcesi (realtà internazionale che si occupa di assistere legalmente e formare i medici) ha una sede a Tirana con oltre 400 dipendenti, alcuni dei quali duramente colpiti dalle scosse. Immediata è partita la gara di solidarietà di tutte le sedi che stanno attivamente partecipando a far tornare alla normalità i colleghi al lavoro in Albania. Tra le tante iniziative anche la decisione condivisa di annullare la classica festa natalizia ed impiegare quello che sarebbe stato il costo per la causa albanese.
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«Sono in stretto contatto con le istituzioni albanesi, ieri ho incontrato il Primo Ministro Edi Rama e gli uffici operativi ed ho espresso la massima solidarietà e il sostegno per avviare il rapido ritorno alla normalità – afferma Massimo Tortorella -. Consulcesi si è messa a disposizione con il suo personale in loco anche per il supporto logistico nelle zone terremotate e ha reso disponibile il suo numero verde 800.122.777 e la gestione del servizio di sostegno al popolo albanese con medici e fondi».
Sanità di Frontiera, associazione presieduta da Massimo D’Alema e con Gianni Letta presidente dell’Advisory Board, insieme alla no profit Consulcesi Onlus che fa capo all’azienda, si sono attivate al fianco del popolo albanese fin dal primo giorno delle scosse che hanno raggiunto anche una magnitudo di 6.5 punti. Nel giro di poche ore da quel 26 novembre, con il supporto del Polo universitario di Tor Vergata, è stato predisposto un presidio medico-sanitario per aiutare gli operatori locali nelle operazioni di primo soccorso.
«Con l’unità mobile prestiamo attività di primo soccorso nelle zone periferiche attraverso prime visite e facilitando la connessione dei pazienti con gli ospedali più vicini – ha dichiarato da Thumane Francesco Aureli, Presidente di Sanità di Frontiera –. Per aiutare coloro che sono rimasti senza casa, ci siamo attrezzati con tendopoli per una prima accoglienza. Il nostro è anche un impegno a medio e lungo termine, vogliamo dare un sostegno piscologico alle popolazioni più colpite» ha concluso Aureli.
Consulcesi Onlus e Sanità di Frontiera hanno attivato anche una raccolta fondi per sostenere le ingenti spese previste per portare avanti i progetti di solidarietà. La raccolta è aperta, fino al 15 gennaio e sulla piattaforma Rete del dono a tutti coloro che desiderano essere solidali con il popolo albanese.