Il sessantunenne giunto a Montebelluna in gravi condizioni, è stato subito trasferito al centro di cardiochirurgia diretto dal dottor Giuseppe Minniti che ha eseguito la sostituzione della valvola aortica con una bio protesi
Un viaggio di trenta ore in bus per fuggire dalla guerra. Per un uomo di 61 anni però quel tragitto non era solo il lascia passare per la salvezza, era molto di più. Poteva diventare anche un viaggio senza ritorno per le gravi condizioni di salute in cui versava. Da mesi, infatti, l’uomo era in attesa di un intervento chirurgico al cuore per problemi alla valvola aortica. Un’operazione programmata che però tardava ad arrivare. Il tempo passava e per l’uomo, provato fisicamente, le possibilità di salvarsi diventavano sempre più remote. Allora ha scelto di partire per raggiungere la nipote in Italia nonostante le precarie condizioni di salute.
«È arrivato a Montebelluna in una situazione di grave scompenso cardiaco – racconta Giuseppe Minniti direttore di Cardiochirurgia dell’Ospedale di Treviso che l’ha salvato -. In presenza di una stenosi della valvola aortica di grado severo, i medici che l’hanno visitato ci hanno chiamato ed abbiamo predisposto immediatamente il trasferimento presso il nostro centro».
Nonostante il fisico provato dalla malattia e dal viaggio, per il sessantunenne ucraino l’intervento di sostituzione della valvola aortica con una bio protesi è perfettamente riuscito e dopo una degenza post-operatoria di pochi giorni è stato traferito al centro di riabilitazione ORAS di Monte di Livenza. «Oggi l’uomo sta bene, cammina e sta seguendo senza intoppi il consueto percorso di riabilitazione che segue interventi di quella portata. Nell’arco delle prossime due settimane di degenza verrà completamente ripristinata la funzione cardiaca compromessa durante il lungo viaggio e potrà tornare a casa della nipote a Montebelluna. Tra due mesi sarà perfettamente ristabilito», conclude Minniti.
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