Una popolazione che invecchia e malattie oncologiche che aumentano. Ma l’Italia vanta anche il primo posto per guarigioni. La Presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica: «La scienza va foraggiata ma non trascuriamo prevenzione»
Salvare la vita non ha prezzo. Purtroppo non è sempre vero. L’Italia, che vanta il primo posto in Europa per la diminuzione di morti da cancro, rischia di perdere la medaglia d’oro a causa della carenza dei fondi stanziati per la ricerca e per i farmaci. Farmaci innovativi e terapie sperimentali per combattere i tumori hanno un prezzo, eccome se lo hanno. Questo è l’allarme che hanno lanciato gli oncologi in occasione del XX Congresso dell’Associazione Italiana dell’Oncologia Medica in cui si è tracciato il bilancio dei risultati della ricerca in campo oncologico degli ultimi anni e si sono poste le basi per il futuro. «Bisogna aumentare i fondi ma è necessario anche cambiare alcuni paradigmi di vita», ha spiegato ai nostri microfoni Stefania Gori, Presidente nazionale dell’Associazione.
«Il bisogno di trattare pazienti oncologici crescerà negli ultimi anni – osserva la presidente -. Questo perché la popolazione invecchia e il Paese avrà più necessità di cure. Dunque sì allo stanziamento di più risorse, soprattutto per i farmaci innovativi, ma bisogna essere operativi anche su altri fronti».
Infatti gli investimenti nella ricerca sono vitali, ma non è l’unica strada da seguire sottolinea la Gori: «Bisogna ridurre il carico di malattie tumorali nella popolazione». Come? «La risposta è nella prevenzione – spiega la presidente -. AIOM si sta occupando da vicino di questo aspetto e lo sta facendo anche con il lancio di alcune iniziative di sensibilizzazione. Prima fra tutte il Festival della prevenzione che stiamo portando avanti già da due anni».
«Da due mesi invece abbiamo lanciato un progetto per gli over 65, sappiamo infatti che i tumori si sviluppano nel 50% dei casi negli ultra settantenni, sappiamo anche che questa fascia di popolazione tuttavia ha un’aspettativa di vita media di circa 20 anni e quindi è necessario modificare gli stili di vita di queste persone che devono inoltre sottoporsi costantemente a screening e diagnosi precoce».
«La ricerca è fondamentale ma la prevenzione lo è altrettanto – conclude la Gori -, anche queste sono soluzioni utili a ridurre i costi dell’assistenza oncologica per il SSN».