Il progetto si chiama Friend For Refugees ideato da Fabrizio Protti presidente dello Sportello Amianto Nazionale e direttore della Fondazione Emilio Falco. L’iniziativa condivisa con istituzioni ed enti locali permetterà a 800 persone di trovare una occupazione nelle aziende del territorio
Cartoni animati e giocattoli cercano di regalare un sorriso a tanti bambini ucraini e far dimenticare loro l’incubo delle guerra. Al centro profughi di Radauti in Moldavia hanno trovato riparo donne e bambini grazie alla generosità di tante associazioni ed enti, tra cui Fondazione Emilio Falco diretta da Fabrizio Protti, filantropo italiano, presidente dello Sportello Amianto Nazionale e consulente di diverse aziende locali.
«Stiamo costruendo con il governo rumeno un progetto per l’inserimento sociale dei profughi che vorranno fermarsi in Romania – racconta -. Ieri mattina ho avuto un incontro con il senatore Soptica Costel, presidente delle PNL e con il prefetto Sorin Cornil per la regione di Botosani, a nord del paese dove si svilupperà l’iniziativa. Nel frattempo, abbiamo predisposto l’accoglienza per i profughi in appartamenti in grado di proteggerli dalle temperature molto rigide del momento».
Per donne e bambini oggi in fuga la salvezza potrebbe essere a due passi dal confine: in Romania, dove Fondazione Emilio Falco, grazie alle relazioni internazionali e alle istituzioni, ha creato un progetto che permetterà ai profughi di lavorare nelle aziende del territorio. «Ho voluto intitolare la Fondazione a un imprenditore italiano del settore tessile tra i più lungimiranti, morto nel 2017, ma ancora presente sul territorio con una decina di aziende gestite dagli eredi che si sono messe a disposizione, insieme ad altre, per accogliere 800 lavoratori e un migliaio di alloggi. Oggi è il primo giorno di attività sul territorio e accaseremo le prime venti famiglie in appartamenti messi a disposizione dalle istituzioni».
Il numero dei profughi che chiedono aiuto è in aumento come sottolinea Fabrizio Protti: «La situazione è drammatica, è faticoso mantenere un equilibrio perché sono categorie fragili e si legge negli occhi dei bambini lo smarrimento». Di Covid non si parla più, in Romania come in molti paesi dell’est mascherine e tamponi non sono la consuetudine e l’emergenza sanitaria legata al virus sembra dimenticata, anche se non è risolta. «Spesso arrivano persone positive e abbiamo notizie di focolai che si stanno sviluppando in alcuni centri di accoglienza dove donne e bambini in apparenza senza problemi di salute, dopo poche ore hanno crolli fisici».
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