Sanità 6 Settembre 2021 18:04

G20 Salute, approvato Patto di Roma. Impegno di tutti per vaccini ai Paesi più poveri

Il progetto COVAX non sta funzionando, o meglio non corre quanto il virus nella gara che il mondo intero affronta da oltre un anno

G20 Salute, approvato Patto di Roma. Impegno di tutti per vaccini ai Paesi più poveri

«Sono molto soddisfatto del G20 Salute: è stato approvato all’unanimità il Patto di Roma e non era scontato. L’anno scorso si chiuse senza una dichiarazione approvata. Da questo patto arriva un messaggio fortissimo a tutto il mondo, il globo unito che vuole vincere insieme la sfida del Covid e il rilancio dei sistemi sanitari». Questo l’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza, a conclusione della due giorni del G20 della Salute, di cui ricopriva la presidenza.

Dal G20 un impegno importante per assicurare l’accesso ai vaccini a tutta la popolazione mondiale, soprattutto offrendo sostegno ai Paesi in via di sviluppo. «Raccogliere e condividere a livello internazionale le informazioni e le migliori pratiche sanitarie. Questo è l’impegno di tutti i partecipanti al G20 per migliorare ovunque la qualità della prevenzione e delle cure», ha aggiunto Speranza.

L’approccio universale all’assistenza

«Bisogna difendere un approccio universale all’assistenza: se una persona sta male va curata, indipendentemente dalla sua condizione economica», ha detto. Una riflessione condivisa e contraddetta dalla realtà: laddove paesi come Italia, Francia, Cina, Canada e Regno Unito hanno superato il 70% di copertura vaccinale, tra Asia e Africa si sale raramente sopra il 40%. Con il Sudafrica fermo al 16% e l’Indonesia al 23%. L’Unione Europea sperava di poter riparare a queste divergenze con il progetto COVAX, che si proponeva di donare vaccini ai paesi in difficoltà, ma è chiaro che non può essere l’unico impegno risolutivo.

Le dosi inviate sono ancora pochissime e non sono sufficienti per gonfiare quelle percentuali ancora così basse. Uno degli interventi al G20, quello dell’economista Jeffrey Sachs, ha sottolineato che la sospensione dei brevetti e il trasferimento delle tecnologie per la produzione nei paesi che ne hanno bisogno sono in questo momento le decisioni necessarie.

I Paesi che non erano d’accordo

Il dibattito che ne è seguito ha visto Paesi più entusiasti e trainanti nel discutere i brevetti, mente altri – Germania e Russia in testa – più cauti. Questi ultimi sono proprio gli stati che hanno prodotto o comunque co-prodotto un vaccino anti-Covid. Come motivazione la necessità di spronare ancora le case farmaceutiche a “perfezionare” i vaccini contro nuove varianti, che potrebbe essere rallentata dalla sospensione dei brevetti.

 

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