La norma a prima firma Sileri-Cantù-Fregolent prevede che «la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni non costituirà più requisito di accesso al servizio, alla scuola, al centro di formazione professionale». Il sottosegretario Bartolazzi frena: «Nessun passo indietro sulla volontà di una legge di buon senso che garantisca il diritto all’istruzione e il diritto alla salute di tutti». Magi (OMCeO Roma): «Senza obbligo politica dovrebbe dirci come intende garantire le coperture»
Sta facendo molto discutere l’emendamento presentato in Commissione Sanità al Senato al Ddl vaccini che prevede, in sostanza, la cancellazione dell’obbligo di presentare certificazioni vaccinali per accedere ad asili nido e scuole dell’infanzia. Una richiesta che era arrivata nei giorni scorsi dal vicepremier Matteo Salvini e ora si è incarnata nell’emendamento presentato da esponenti di entrambe le forze di governo: Maria Cristina Cantù (Lega), Pierpaolo Sileri (M5S) e Sonia Fregolent (Lega), rispettivamente, vicepresidente, presidente e membro della dodicesima Commissione di Palazzo Madama.
L’articolo 7-bis prevede, ribaltando la legge Lorenzin, che, a decorrere dall’entrata in vigore della nuova legge, «la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni non costituirà più requisito di accesso al servizio, alla scuola, al centro di formazione professionale. Inoltre, la mancata presentazione non potrà determinare la decadenza dall’iscrizione o dalla partecipazione agli esami».
L’iniziativa ha incontrato il fuoco di fila delle opposizioni, ma anche nel governo e nella maggioranza c’è chi frena, come il Sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi: «L’emendamento preso singolarmente ha poco senso, abbiamo 150 pagine di emendamenti e la discussione sul Ddl deve ancora entrare nel vivo. Nessun passo indietro sulla volontà di una legge di buon senso che garantisca il diritto all’istruzione e il diritto alla salute di tutti, con particolare tutela dei bambini immunodepressi che non possono vaccinarsi e che non possono essere messi a rischio».
LO SCONTRO INTERNO AL M5S
Anche il medico e deputato M5S Giorgio Trizzino prende le distanze dall’emendamento: «Non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all’utilizzo dei vaccini! Mentre ancora oggi un neonato è morto di pertosse, un ennesimo tentativo di stravolgimento del disegno di legge sui vaccini all’esame in Senato, provoca disorientamento e indignazione».
LE OPPOSIZIONI
Contro l’emendamento l’ex ministro della Salute e fautrice della legge sull’obbligo vaccinale Beatrice Lorenzin: «È evidente che, prima delle elezioni europee, un altro scalpo andava portato alle promesse elettorali di Salvini. Peccato che questa volta il prezzo lo pagheranno tutti i cittadini italiani e i più deboli saranno totalmente abbandonati al loro destino».
Sulle barricate anche il segretario Pd e Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ha annunciato un provvedimento che conferma una linea differente: a Roma e nelle altre quattro province laziali anche nel prossimo anno scolastico, il bambino entrerà in classe alle materne solo se vaccinato. Non solo: alle elementari e alle medie inferiori (e nei primi due anni delle superiori), dunque tra 7 e 16 anni, se in classe c’è uno studente immunodepresso che è a rischio, prevale il suo diritto alla salute: i compagni devono essere vaccinati altrimenti non possono frequentare la scuola.
LE REAZIONI DEL MONDO MEDICO
Anche il presidente dell’Omceo Roma Antonio Magi sottolinea il rischio che potrebbe comportare la fine dell’obbligo vaccinale. Il calo della copertura vaccinale risale al 2013. Secondo i dati diffusi da Omceo Roma, nel 2016 le coperture a 24 mesi per anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B sono state ben al di sotto del valore del 95%, considerato indispensabile per la cosiddetta immunità di gregge. Il valore medio nazionale si è fermato al 93,3%, di poco inferiore a quello del 2015 (93,4%), ma con un trend in diminuzione in alcune regioni. «Se si abolisse l’obbligo vaccinale, contemporaneamente la Politica dovrebbe dirci come intende garantire le coperture», è l’avvertimento che Magi lancia al Parlamento.
Sulla stessa linea il presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani: «È sorprendente che il provvedimento dell’obbligo vaccinale, straordinario successo della Sanità del nostro Paese, che sta sanando quella che era una situazione pericolosa per la salute di bambini e adulti, venga posto in discussione e non si metta invece mano alle non poche criticità della Sanità italiana».
Non manca il commento del professore Roberto Burioni, responsabile scientifico di ‘Medical Facts’. «La Legge Lorenzin può non piacere (e a me non piace per molti motivi), ma i numeri dicono che funziona. – Scrive Burioni su Facebook – Richiedere le vaccinazioni per essere ammessi alle scuole da 0 a 6 anni ha fatto impennare le coperture vaccinali italiane dopo anni e anni di calo continuo». E aggiunge: «Ammettere a scuola anche i non vaccinati, è qualcosa di profondamente sbagliato. Secondo me significa da un lato – come ho scritto fino alla nausea -, mettere a rischio la salute dei più deboli, dall’altra compiacere la parte peggiore – egoista, ignorante e oscurantista – del nostro Paese».