«I vaccini sono sicuri e un ottimo strumento non solo per prevenire malattie infettive in età infantile, ma anche in età adulta». Lo ribadisce Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che coglie l’occasione anche per bacchettare gli operatori sanitari che non danno il buon esempio
L’obbligo vaccinale potrebbe presto sbarcare in Gran Bretagna. Dopo Francia e Germania, anche l’isola della Brexit si appresta a seguire l’esempio dell’Italia rendendo obbligatorio il vaccino per il morbillo. L’annuncio arriva direttamente dal ministro della Salute britannico Matt Hancock, che in un’intervista ha spiegato di «considerare tutte le opzioni, incluso l’obbligo», per alzare le coperture. Proprio in merito alle vaccinazioni obbligatorie si è espresso positivamente anche Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Si parla di vaccini, vaccinazioni consapevoli in età adulta, quanto è importante il piano vaccinale per l’Italia?
«Il piano vaccinale italiano è uno dei più omnicomprensivi ed avanzati e molto spesso è stato copiato perché è un “calendario per la vita”, cioè non solo per i bambini, ma per tutte le fasce d’età. Purtroppo, la sua realizzazione è a macchia di leopardo perché dipende dalle regioni. Ci sono alcune regioni che stanno andando discretamente, altre che invece stanno molto indietro. Quindi bisogna intensificare lo sforzo perché a qualsiasi età evitare una malattia con un vaccino, che è una tecnologia assolutamente sicura, è un vantaggio non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche economico».
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Cosa si sente di dire alla politica?
«La politica sostanzialmente ha messo in sicurezza i bambini, perché il precedente Governo e il precedente Parlamento sono stati i primi a introdurre l’obbligatorietà per l’iscrizione a scuola, cosa che in questo momento stanno copiando tutti. L’hanno fatto i francesi, adesso persino i tedeschi, gli irlandesi, gli olandesi, persino gli inglesi per cui l’obbligatorietà era un tabù, la stanno reintroducendo. Bene per le vaccinazioni pediatriche, per le vaccinazioni degli adulti serve uno sforzo aggiuntivo, bisogna portare la vaccinazione dove gli adulti vivono, lavorano. Non è che la gente si può prendere permessi dal lavoro per andare a vaccinarsi. Nei luoghi di lavoro bisogna in qualche modo portare la vaccinazione».
Serve più informazione, anche per combattere tutti i pregiudizi in merito…
«Serve molta informazione e serve anche molta formazione. Informazione per la popolazione, formazione anche per gli operatori sanitari, perché molto spesso sono gli stessi operatori sanitari che non si fanno parte attiva e non si vaccinano. Bisogna dirlo, spesso sono gli stessi medici e infermieri. Questo non va bene perché chiaramente la gente poi dice ‘ma perché se non ti vaccini tu mi devo vaccinare io?’ C’è la necessità di un vero e proprio programma di informazione, ma anche formazione».