Un team di ricercatori tedeschi ha utilizzato nanoparticelle contenenti Rna di cellule tumorali, capaci di stimolare una risposta immunitaria in grado di aggredire le cellule tumorali stesse, ottenendo risultati incoraggianti. Questo progresso può dar vita ad «una nuova classe di vaccini applicabili universalmente per l’immunoterapia contro il cancro». Così si conclude un articolo scientifico tedesco […]
Un team di ricercatori tedeschi ha utilizzato nanoparticelle contenenti Rna di cellule tumorali, capaci di stimolare una risposta immunitaria in grado di aggredire le cellule tumorali stesse, ottenendo risultati incoraggianti. Questo progresso può dar vita ad «una nuova classe di vaccini applicabili universalmente per l’immunoterapia contro il cancro». Così si conclude un articolo scientifico tedesco pubblicato il 2 giugno sulla rivista Nature. Si tratta di una svolta che è però stata verificata soltanto su un piccolo numero di pazienti, e non si tratta dunque di un risultato già acquisito. Ma il lavoro di ricerca che sta alla base è considerato dagli esperti molto promettente. L’idea è semplice: stimolare il sistema immunitario di una persona con il cancro per indurlo a riconoscere le sue cellule tumorali. Più facile a dirsi che a farsi, però, perché il cancro, a differenza di un virus che viene rapidamente riconosciuto dal corpo, è composto da cellule che per molti aspetti assomigliano parecchio alle cellule normali: per questo il sistema immunitario non va ad attaccarle spontaneamente. Lo sviluppo del cancro, inoltre, non è accompagnato da un’infiammazione (e da segnali d’allarme biochimici che si accompagnano ad essa) come nel caso di un’invasione microbica. È per questo che una persona può convivere per anni con il cancro senza accorgersene.