La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge recate “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” nel testo già licenziato dal Senato. L’autonomia differenziata è quindi legge.
Il provvedimento definisce le procedure legislative e amministrative da seguire per giungere ad una intesa tra lo Stato e le Regioni che chiedono ulteriori autonomie. L’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia è consentita, però, subordinatamente alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep). E proprio i Lep indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi tali diritti su tutto il territorio nazionale.
Nelle materie di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, i Lep saranno determinati in questi ambiti:
a) organizzazione della giustizia di pace;
b) norme generali sull’istruzione;
c) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;
d) tutela e sicurezza del lavoro;
e) istruzione;
f) ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
g) tutela della salute;
h) alimentazione;
i) ordinamento sportivo;
l) governo del territorio;
m) porti e aeroporti civili;
n) grandi reti di trasporto e di navigazione;
o) ordinamento della comunicazione;
p) produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
q) valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali.
Un provvedimento che ha fatto e farà molto discutere non soltanto maggioranza e opposizione ma anche mote delle forse sociali e sindacali del Paese che, soprattutto per la sanità, da un lato plaudono alla possibilità di migliorare i servizi ai cittadini e dall’altro lanciano allarmi sulle future, progressive, iniquità che la riforma genererà.