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Allergie e Intolleranze 10 Maggio 2021

Allergie di primavera: come difendersi dai pollini

L’allergia è una reazione del sistema immunitario verso sostanze innocue, come i pollini o gli alimenti. Ecco i sintomi più comuni

Starnuti ripetuti, naso chiuso, prurito, riduzione dell’olfatto. Ma anche congiuntivite, lacrimazione e fotofobia. Sono i sintomi delle allergie respiratorie rappresentano la forma più diffusa di allergie in Europa e nel mondo. Nei periodi di fioritura delle piante, in particolare in primavera, invisibili nubi di polline, seguono le correnti aeree e si riversano nell’atmosfera.
I pollini si depositano un po’ ovunque, nel naso e dei bronchi delle persone che vivono nelle zone interessate.

Allergia ai pollini? Ecco i sintomi e le precauzioni da seguire

Allergie di primavera: come difendersi dai pollini

L’allergia ai pollini, anche chiamata pollinosi, può manifestarsi con lacrimazione, starnuti, tosse e asma con ricorrenza stagionale. Se si sospetta un’allergia respiratoria, è opportuno rivolgersi al medico curante e/o allo specialista per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene a cui si è sensibilizzati. In questo modo si può studiare un programma preventivo-terapeutico da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica. Chi soffre di pollinosi dovrebbe osservare queste precauzioni:

  • Conoscere i calendari pollinici o i bollettini dei pollini
  • Durante i periodi di pollinazione evitare le uscite nelle ore di maggiore concentrazione pollinica e tenere chiuse le finestre durante le ore centrali della giornata
  • Evitare anche le gite in campagna, soprattutto se c’è vento o è stata tagliata da poco l’erba
  • Attenzione ai viaggi in macchina o in treno con i finestrini aperti. Cautela durante i temporali
  • Lavare con più frequenza i capelli: i pollini presenti nell’aria possono depositarsi sul cuscino durante il sonno

Rinite allergica: sintomi e raccomandazioni

La rinite allergica è un’infiammazione del naso provocata, di solito, da allergeni come polline, polvere, muffa o peli di animali. Colpisce – con o senza congiuntivite – il 60% della popolazione europea. Dal 15% al 20% di questi ha una forma grave della malattia. Si tratta di un disturbo molto comune che, nei casi più lievi, causa sintomi simili a quelli del comune raffreddore, come:

  • lacrimazione
  • starnuti
  • prurito al naso
  • prurito agli occhi
  • asma
  • produzione di muco
  • congestione delle mucose nasali
  • difficoltà a respirare (dispnea)
  • senso di oppressione al torace
  • disturbi del sonno

In primavera, sono i pollini a causare la rinite allergica. D’inverno, la sostanza chimica presente negli escrementi degli acari della polvere. La rinite può essere causata anche da spore prodotte da muffe e funghi e dagli animali, cani e gatti su tutti.

Mal di gola? A volte nasconde un’allergia respiratoria o alimentare

I microbi (virus o batteri) sono i maggiori responsabili del dolore alla gola ma a volte può essere la spia di un problema allergico. Il dolore faringeo esprime un’infiammazione che nella maggior parte dei casi è la conseguenza di infezioni microbiche batteriche o virali.
È anche vero, però che un mal di gola senza febbre, stanchezza e dolori muscolari può nascondere un problema allergico.
Di solito, i pazienti riferiscono tosse e una fastidiosa sensazione di bruciore alla gola con difficoltà a deglutire che non passano con antinfiammatori locali o assunti per bocca.
Per risolvere il dolore faringeo da causa allergica, bisogna contattare lo specialista pneumologo e allergologo. In molti casi, i pollini ai quali il paziente risulta sensibilizzato sono la causa, ma anche le allergie alimentari irritano e infiammano la faringe.

Le allergie alimentari: i sintomi

Sono venti milioni gli italiani allergici a sostanze presenti negli alimenti. I prodotti più a rischio sono: latte, uova, arachidi, pesce, soia, frumento, molluschi e frutta secca.

L’allergia al nichel è una fra le più difficili da controllare perché parliamo di un metallo presente ovunque. Di solito, causa una dermatite da contatto dopo aver maneggiato orologi, occhiali, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie e pentole. Se si associano anche orticaria generalizzata, eczema diffuso, angioedema, prurito o eritema diffusi e disturbi digestivi, si parla di allergia sistemica al nichel solfato che va accertata con esami specifici (patch test).

I cibi ricchi e poveri di nichel

In caso di positività all’esame, è necessario fare attenzione a prodotti cosmetici, di bellezza e di igiene personale che contengono nichel e ridurre gli alimenti ricchi, soprattutto quelli di origine vegetale. Sono: albicocche, cavoli, spinaci, arachidi, carote, pomodori, ostriche, fichi, cipolle, asparagi, lenticchie, farina di grano intero, fagioli, liquirizia, pere cotte e crude, funghi, mais, lattuga, piselli, mandorle, thè, aragosta, margarina, cacao e cioccolato, avocado, mirtilli, avena, grano saraceno, noci e nocciole, broccoli, patate, lievito in polvere. Via libera, invece, a: radicchio, indivia, songino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole; alcuni tipi di frutta fra cui anguria, melone, agrumi, pesche, banane, fragole, uva; latte e latticini, farina, riso, carne pesce ad eccezione di mitili, platessa e crostacei, lievito di birra.

Chi è allergico al nichel deve far attenzione anche al tipo di stoviglie utilizzate per la cottura o la conservazione dei cibi: sì a pentole in pirex, vetro, alluminio, ceramica non smaltata, silargan, e teflon.

 

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