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Il test più conosciuto e utilizzato è il Breath Test. Si tratta di un esame semplice e non invasivo che misura l’idrogeno nel respiro prima e dopo aver bevuto una bevanda al lattosio
L’intolleranza al lattosio, ovvero lo zucchero presente nel latte di tutte le specie animali (mucca, pecora, capra, asina, oltre al latte materno), non permette di digerirlo e assimilarlo correttamente a causa della mancanza dell’enzima lattasi nell’organismo. La lattasi, infatti, ha il compito di scindere il lattosio nei suoi due composti più semplici: il galattosio e il glucosio.
Nelle persone intolleranti il lattosio arriva nel colon in quantità superiore alla capacità di assorbimento della parete intestinale, rimane nell’intestino e fermenta provocando i seguenti sintomi:
Come riporta ISSalute, il portale della salute a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, il più conosciuto e utilizzato è il Breath Test. Si tratta di un esame semplice e non invasivo che misura l’idrogeno nel respiro prima e dopo aver bevuto una bevanda al lattosio.
Il test è basato sul fatto che, se l’enzima lattasi funziona normalmente, il lattosio è scisso in glucosio e galattosio ed è assorbito rapidamente a livello gastrointestinale senza che vi sia una significativa produzione di gas, in particolare idrogeno; al contrario, se il lattosio non viene metabolizzato perché la lattasi è assente la produzione di idrogeno risulterà elevata perché i batteri presenti nel colon ne produrranno più del normale con una reazione di fermentazione.
Ecco le accortezze da seguire per un esame corretto:
L’esame ha una durata di quattro ore durante le quali si può bere acqua ma non è permesso né mangiare né fumare.
Di solito, il risultato del test viene consegnato il giorno stesso dell’esame. Se evidenzia che dopo aver consumato la bevanda al lattosio il respiro contiene una grande quantità di idrogeno, più di 20 parti per milione (ppm) al di sopra della norma, è probabile che sia presente l’intolleranza al lattosio.
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