Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
Arriva la primavera Piante che fioriscono, clima mite e risveglio della natura: è la primavera che dopo il freddo invernale, invita grandi e piccini a trascorrere maggior tempo all’aria aperta. Per molti, però, stare fuori può diventare un problema: sono circa 20 milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi legati alle allergie stagionali e 1 […]
Piante che fioriscono, clima mite e risveglio della natura: è la primavera che dopo il freddo invernale, invita grandi e piccini a trascorrere maggior tempo all’aria aperta. Per molti, però, stare fuori può diventare un problema: sono circa 20 milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi legati alle allergie stagionali e 1 milione e 200.000 sono bambini. Colpa dei pollini, che da marzo a giugno aumentano la loro concentrazione soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose.
Dal prurito al naso alla congestione nasale, dalla congiuntivite al mal di testa, dalla tosse fino all’asma. Sono questi i principali disturbi che caratterizzano l’allergia da polline, la più comune forma allergica che colpisce a qualsiasi età, ma soprattutto bambini e ragazzi.
Tra le principali piante responsabili di emettere pollini allergenici ci sono le graminacee, la parietaria, l’ambrosia e le betulle, ma anche il cipresso, la mimosa, l’ulivo e la quercia sono in grado di scatenare una risposta immunitaria nei soggetti predisposti.
Ad aumentare il rischio di sviluppare allergie da pollini è la predisposizione genetica. Se mamma e papà sono soggetti sani, il rischio che un figlio sia allergico è pari al 10-15%. Ma se 1 genitore su 2 è allergico, la percentuale è pari al 30%. A far salire notevolmente la percentuale, poi, è la presenza di allergia in entrambi i genitori: in questo caso, infatti, il bambino rischia di diventare un soggetto allergico nel 60-80% dei casi.
«A prima vista i sintomi delle allergie possono essere confusi con quelli del raffreddore – ha dichiarato la Professoressa Susanna Esposito – Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) e Professore Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia – ma se persistono, occorre rivolgersi al medico o al pediatra. Se trascurati, infatti, possono diventare cronici con conseguenze importanti come rinosinusite, crisi d’asma e difficoltà respiratorie».
Cosa fare allora? Ecco i dieci consigli dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) per difendersi dalle allergie:
Se si sospetta un’allergia, è bene consultare un allergologo. La diagnosi avviene attraverso il prick test, un test cutaneo in cui vari allergeni vengono messi a contatto con la pelle del paziente, per valutare eventuali reazioni.
Una volta accertata l’allergia, il medico prescriverà cortisonici in spray per via nasale o antistaminici per bocca.