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Dagli ortopedici della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) e della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (SITOP) consigli ai genitori per orientarsi tra patologie e difetti ortopedici
Displasia dell’anca, piede torto congenito, ginocchio valgo, morbo di Osgood Schlatter, ipercifosi o scoliosi: sono solo alcuni dei problemi più comuni che i genitori si trovano a dover affrontare nel percorso di crescita dei loro bambini o adolescenti. Non sempre si tratta di patologie vere e proprie, piuttosto di paramorfismi, cioè condizioni che si risolvono spontaneamente con la crescita: nell’ambito dell’ortopedia in età pediatrica la distinzione, in effetti, è d’obbligo. Gli ortopedici della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) e della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (SITOP) consigliano ai genitori cosa fare e quando preoccuparsi davvero.
“Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza – spiega Alberto Momoli, presidente della SIOT e direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza – possono presentarsi patologie ortopediche come la displasia dell’anca nei neonati o difetti della colonna vertebrale, tipici dell’età pre-adolescenziale, come scoliosi o ipercifosi, che un pediatra attento sarà in grado di intercettare suggerendo un controllo successivo da un ortopedico pediatrico. Molte patologie, infatti, se non trattate durante l’infanzia e in adolescenza, possono manifestarsi con complicanze maggiori e più difficili da trattare nell’età adulta”.
Tra le patologie vere e proprie in età pediatrica si possono annoverare la displasia evolutiva dell’anca e il piede torto congenito che sono tipiche del neonato; tra quelle che riguardano i ragazzi in età preadolescenziale tra i 10 e i 13 anni, molto frequenti sono il morbo di Osgood Schlatter e le scoliosi idiopatiche dell’adolescente. Esistono poi quelle forme che sono considerate paramorfismi, cioè situazioni che spesso sono presenti ma non hanno nessuna reale influenza sull’evolutività del bambino né impattano sulla sua funzione come il piede piatto lasso valgo, il ginocchio valgo, l’ipercifosi e i paramorfismi scoliotici.
“In età pediatrica, è fondamentale distinguere tra patologie vere e paramorfismi – sottolinea Antonio Andreacchio, presidente della SITOP e direttore S.C. del Reparto Ortopedia e Traumatologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “Buzzi” di Milano – perché richiedono una gestione e un intervento da parte dell’ortopedico necessariamente diversi. I paramorfismi, infatti, sono false patologie che rappresentano tappe di passaggio nell’età evolutiva che nella maggior parte dei casi non impattano nella vita del bambino o adolescente ma si risolvono spontaneamente. Sono però spesso proprio tali paramorfismi a preoccupare molto i genitori che portano il figlio dall’ortopedico. Raccomandiamo sempre di rivolgersi a specialisti ortopedici dell’età pediatrica per evitare di incorrere in ansie o rischiare trattamenti inutili, se non talvolta anche dannosi, per il bambino o l’adolescente”.
La displasia evolutiva dell’anca è una malformazione congenita che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare, destinata a contenerla. Per verificare l’eventuale presenza della displasia evolutiva dell’anca il primo controllo ortopedico avviene già alla nascita, successivamente è possibile fare un’ulteriore verifica con un esame ecografico, entro i primi 60-90 giorni di vita. Se diagnosticata precocemente, infatti, la displasia evolutiva dell’anca può essere agevolmente trattata. In caso contrario la displasia può evolvere in lussazione che, non di rado, necessita di intervento chirurgico.
Il piede torto è tra le malattie congenite ortopediche più diffuse con un’incidenza di 1 caso ogni mille nati. Come la displasia evolutiva dell’anca, deve essere trattato precocemente, possibilmente entro i primi 15 giorni di vita. La diagnosi è di tipo ispettivo e spesso avviene già durante la gravidanza attraverso l’ecografia fetale. Nei casi di piede torto, la terapia va iniziata quanto più precocemente possibile per ottenere i migliori risultati, sfruttando la spiccata malleabilità dei tessuti del neonato. La metodica più utilizzata (metodo Ponseti) è la tecnica non invasiva con le migliori prove di efficacia e prevede una serie di manovre manipolative e gessi che permettono una correzione progressiva del piede. In caso di persistente equinismo si procede alla correzione chirurgica mini-invasiva del tendine di Achille e alla successiva applicazione del gessetto per 20 giorni circa. Per mantenere la correzione ottenuta si raccomanda un tutore da portare di notte fino ai 5 anni di vita.
Il morbo di Osgood Schlatter è una delle più comuni cause di dolore in sede anteriore al ginocchio che si manifesta negli adolescenti durante l’accelerazione della crescita che si verifica in pubertà. È dovuta ad una sofferenza su base vascolare della cartilagine di accrescimento della apofisi tibiale anteriore o osteocondrosi, dove si inserisce il tendine rotuleo. La malattia esordisce tra i 10 e i 15 anni per i maschi e tra gli 8 e i 13 anni per le femmine. Si manifesta più frequentemente nei ragazzi e ragazze che praticano sport come la corsa, il salto, il basket, la pallavolo, la ginnastica e il calcio. Di solito colpisce un ginocchio, ma può coinvolgere entrambe le ginocchia (20-30% dei casi). La frequenza del morbo di Osgood-Schlatter è tre volte maggiore nei maschi rispetto alle femmine e si risolve spontaneamente con la crescita del ragazzo.
Il ginocchio valgo (comunemente indicato come ginocchio a “X”) è un difetto delle ossa della coscia (il femore) e della gamba (la tibia) che deviano verso l’interno, tanto che le ginocchia si avvicinano l’una all’altra. Si presenta per lo più intorno ai 3 anni d’età. Il ginocchio valgo non è una vera e propria patologia ma rientra nei cosiddetti paramorfismi ovvero un effetto posturale. Si stima che 1 bambino su quattro in età prescolare presenti il ginocchio valgo, un disturbo che nel 98% dei casi si risolve spontaneamente entro i 7/8 anni. Non servono scarpe apposite, plantari o tutori, tende a rientrare da solo.
Il piede piatto che si evidenzia nei primi anni di vita a causa di una lassità legamentosa non è una vera patologia. In generale, la maggior parte dei bambini fino a 5-6 anni presentano un piede piatto con il retro piede valgo, si tratta del cosiddetto piede lasso infantile, disturbo fisiologico dovuto all’immaturità del sistema muscolo-scheletrico, non ancora adattato all’appoggio. Nell’90% dei casi si verifica una correzione spontanea con lo sviluppo, mentre nel restante 10% potrebbe essere consigliabile intervenire.
La scoliosi idiopatica o dell’adolescenza è una deformità evolutiva della colonna vertebrale che appare durante l’età dell’adolescenza e progredisce fino alla fine dell’accrescimento (15 anni circa per le femmine; 16 anni circa per i maschi). Colpisce il sesso femminile con un rapporto di 4 a 1 rispetto a quello maschile e in 1 caso su 3 è ereditaria. Le cause che producono la deviazione della colonna non sono ancora del tutto note, di sicuro si sa che la malformazione ha una trasmissione genetica. La scoliosi è diversa dall’atteggiamento scoliotico che è invece una curva della colonna vertebrale sul piano frontale ma senza rotazione vertebrale e non evolve nel tempo, la cui causa non è genetica e quindi si può correggere. Le scoliosi idiopatiche possono essere curate con successo mediante busti ortopedici, altre volte invece i busti non riescono a bloccare la progressione della deformità per cui è necessario ricorrere al trattamento chirurgico. La moderna correzione chirurgica della scoliosi si basa sull’uso di barre solitamente in titanio che vengono fissate mediante viti o uncini alla colonna. Il loro uso permette di ottenere una correzione immediatamente stabile per cui non è più necessario nella fase post-operatoria l’uso di busti gessati.
Si tratta di una patologia che, nella maggior parte dei casi, riguarda gli adolescenti. E’ una deformità in avanti della colonna sul piano sagittale causata essenzialmente da posture scorrette che oggi sono spesso associate all’eccessivo uso di dispositivi tecnologici: l’utilizzo eccessivo di tablet, pc e smartphone è responsabile in molti casi della cifosi. Fondamentale, quindi, la diagnosi precoce. Mentre in fase iniziale è possibile intervenire con rieducazione motoria e ginnastica medica, in fase avanzata è necessario far indossare al bambino o adolescente il busto ortopedico. Nel caso in cui la diagnosi arrivi troppo tardi, poi, si potrebbe dover ricorrere all’intervento chirurgico.
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