Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
Secondo l’UNESCO, oltre 1 miliardo di studenti in tutto il mondo è a casa a causa della chiusura delle scuole determinata dalla pandemia globale COVID-191. Di conseguenza, una vasta percentuale di questi alunni segue le lezioni a distanza via web. Un recente ricerca indica che i bambini, tra i 9 ed i 12 anni, passavano […]
Secondo l’UNESCO, oltre 1 miliardo di studenti in tutto il mondo è a casa a causa della chiusura delle scuole determinata dalla pandemia globale COVID-191. Di conseguenza, una vasta percentuale di questi alunni segue le lezioni a distanza via web. Un recente ricerca indica che i bambini, tra i 9 ed i 12 anni, passavano già 4 ore al giorno davanti a schermi e computer, con un picco tra i più grandi, tra i 13 e i 18 anni, di 7 ore al giorno trascorse davanti a dispositivi, ad esclusione dei lassi di tempo dedicati a scopi scolastici.
Oggi, con scuole e università chiuse durante questa emergenza sanitaria globale senza precedenti, il tempo di esposizione agli schermi si è moltiplicato in maniera esponenziale e le attività di smart-schooling sono divenute obbligatorie per il proseguimento della didattica scolastica ed universitaria.
LEGGI ANCHE: OCCHIO SECCO TRA LE PRINCIPALI CAUSE DI VISITA OCULISTICA: COLPISCE OLTRE 300 MILIONI DI PERSONE IN TUTTO IL MONDO
Gli esperti internazionali della Società Scientifica americana TFOS (Tear Film & Ocular Surface Society) hanno deciso di realizzare un breve e allegro video, destinato proprio agli studenti ed ai loro genitori in isolamento, per insegnare loro a fare delle pause dalla visione di fronte agli schermi e riposare gli occhi con la regola 20-20-20.
Come afferma il Prof. Stefano Barabino, responsabile del Centro Superficie Oculare e Occhio Secco dell’Ospedale L. Sacco di Milano: “L’esposizione prolungata a schermi digitali determina una più rapida evaporazione del film lacrimale, quel sottile strato di liquido che riveste la superficie oculare. Il motivo risiede nello scarso o incompleto ‘ammiccamento’ – blink in inglese – : gli occhi vengono strizzati meno di frequente e questo rallenta la diffusione del film lacrimale sulla superficie dell’occhio con conseguenze che vanno dall’affaticamento al bruciore, dall’irritazione al dolore. Se lo stimolo persiste a lungo questo provoca una infiammazione che può diventare cronica. Studi hanno dimostrato che la visione di fronte a schermi digitali determina una diminuzione del rateo di ammiccamento del 40%”.
Sbattere le palpebre serve a mantenere intatto il film lacrimale, un sottile strato di acqua e lipidi (grassi) sulla superficie dell’occhio che ci fa vedere nitidamente e ci protegge da corpi estranei e sostanze irritanti. Fissare gli schermi per periodi prolungati di tempo significa sbattere le palpebre meno frequentemente e aumentare il rischio di sviluppare i sintomi della malattia dell’occhio secco.
“Basti pensare che ogni minore di 18 anni accede ai social media innumerevoli volte al giorno e anche i contenuti video che prima erano fruiti in televisione oggi si vedono sugli schermi degli smartphone – prosegue Barabino – . Questo significa una enorme quantità di visione da vicino che porta a stanchezza oculare e disturbi della visione di varia entità che possono avere un impatto sullo sviluppo fisico, sociale ed emotivo.”
“La malattia dell’occhio secco è sempre più un disturbo che osserviamo nella popolazione dei giovanissimi e non è più appannaggio solo della popolazione anziana o delle donne nel periodo che segue la menopausa”, ha approfondito Amy Gallant Sullivan, Executive Director TFOS.
Troppo spesso liquidata come disturbo lieve e passeggero, la gestione dell’occhio secco è stata relegata in passato a disturbo di “serie b” e i pazienti lasciati alla ricerca di rimedi che si limitassero ad alleviare i sintomi.
La malattia dell’occhio secco colpisce milioni di persone in tutto il mondo ed è una delle principali cause di visita oculistica. Questa malattia sintomatica è caratterizzata da un film lacrimale instabile e più concentrato (chiamato iperosmolare), che porta ad un aumento dell’infiammazione con conseguenti danni alle strutture e ai nervi degli occhi. La secchezza oculare da moderata a grave può alterare la qualità della vita e può essere associata a dolore agli occhi, limitazioni nell’esecuzione di attività quotidiane (ad esempio lettura, guida, uso di dispositivi digitali), privazione del sonno, riduzione dell’energia, cattiva salute generale e spesso depressione.
LEGGI ANCHE: COME PROTEGGERE LA VISTA IN UFFICIO. CLAUDIO AZZOLINI (OFTALMOLOGO): «RICORDARSI LA LEGGE DEL 20-20-20»
Esperti dell’occhio secco di fama internazionale della TFOS raccomandano di seguire la regola 20/20/20:
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITA INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO