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È possibile che una posizione di iperestensione prolungata del collo possa provocare un ictus? Secondo gli avvocati di Adele, una 46enne scozzese, sì. Tanto che i legali della donna hanno fatto causa al salone di bellezza dove la signora sarebbe stata sottoposta a cinque lavaggi di capelli per un trattamento della durata totale di sei […]
È possibile che una posizione di iperestensione prolungata del collo possa provocare un ictus? Secondo gli avvocati di Adele, una 46enne scozzese, sì. Tanto che i legali della donna hanno fatto causa al salone di bellezza dove la signora sarebbe stata sottoposta a cinque lavaggi di capelli per un trattamento della durata totale di sei ore.
Sanità Informazione ha chiesto a Danilo Toni, direttore dell’unità di Trattamento Neurovascolare e Neurologia d’Urgenza del policlinico Umberto I di Roma e presidente dell’Italian Stroke Organization, il grado di attendibilità di queste accuse: «Sì – ha risposto lo specialista – una condizione di iperestensione prolungata del collo potrebbe causare una dissecazione arteriosa ed anche ad un ictus».
Ma prima di entrare nel dettaglio delle spiegazioni date dal presidente dell’Italian Stroke Organization, riviviamo le ore precedenti all’ictus di Adele. Momenti raccontati dai suoi legali e dalla stessa donna agli organi di stampa locali.
Le hanno lavato i capelli per sei volte, per 5 ore consecutive. Uscita dal parrucchiere la donna ha avvertito subito un gran mal di testa. Il giorno dopo i dolori sono aumentati e si sono aggiunti giramenti di testa e vista appannata. Il marito, allertato poco prima da Adele stessa, l’ha ritrova a casa priva di sensi. In ospedale la diagnosi è stata di ictus. Da quel momento la donna, madre di due figli, non è più stata autosufficiente.
Ovviamente, trattandosi di un caso avvenuto in Scozia e non seguito in prima persona dal professor Toni, il presidente dell’Italian Stroke Organization ha avanzato delle ipotesi possibili, immaginando le valutazioni fatte dai colleghi neurologi scozzesi. «Quando una persona giovane, così come lo è la 46enne di questa storia, è vittima di un ictus – ha spiegato il neurologo – è molto probabile che sia dovuto ad una dissecazione arteriosa, un fenomeno che colpisce la parte più interna dell’arteria. La parete di un’arteria – ha sottolineato Toni – è formata da tre foglietti concentrici: intima, media, avventizia, che sono normalmente attaccati tra di loro. Può accadere che si formi una fessura nella parte più interna, che il sangue passi tra l’intima e la media, che scolli l’intima, la porti verso il lume del vaso e chiuda il vaso».
«Gli specialisti, di fronte ad una paziente con una dissecazione arteriosa – e immagino che questa donna di cui stiamo parlando abbia avuto una dissecazione arteriosa – cercano di trovare una spiegazione. A volte, – ha continuato il neurologo – questa motivazione è evidente, come nel caso di un trauma o di una botta al collo, altre volte, non si ha a disposizione nulla o solo dei piccoli indizi. Una condizione di iperestensione prolungata della testa potrebbe causare una dissecazione arteriosa ed anche ad un ictus».
Ma non tutte le persone corrono gli stessi rischi: «È chiaro però – ha aggiunto lo specialista – che ci deve essere una condizione predisponente sottostante, come ad esempio un’alterazione dei tessuti connettivi elastici di cui è costituita la parete delle arterie. È verosimile che una situazione di questo genere possa aver predisposto questa donna alla dissecazione».
Chiarire la necessità della presenza fattori di rischio che predispongano il soggetto ad una disseccazione arteriosa, per lo specialista è d’obbligo: «Altrimenti – ha concluso Danilo Toni – passerebbe l’informazione erronea che andare dal parrucchiere è un fattore di rischio per ictus».