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«Il nostro corpo e la nostra mente hanno una capacità di auto guarigione, ma non tutte le ferite guariscono da sole, a volte c’è bisogno di un aiuto. Movimenti oculari e meditazione buddista sono le nuove frontiere della psicoterapia: è possibile superare un trauma anche con poche sedute». Luigina Pugno, psicologa, psicoterapeuta e terapista Emdr pratictioner, […]
«Il nostro corpo e la nostra mente hanno una capacità di auto guarigione, ma non tutte le ferite guariscono da sole, a volte c’è bisogno di un aiuto. Movimenti oculari e meditazione buddista sono le nuove frontiere della psicoterapia: è possibile superare un trauma anche con poche sedute». Luigina Pugno, psicologa, psicoterapeuta e terapista Emdr pratictioner, ci parla delle “ferite dell’anima” che, grazie a due innovative tecniche psicoterapiche – Emdr e Mindfulness – possono rimarginarsi anche in breve tempo.
Negli ultimi 10 anni la psicoterapia ha subito una forte evoluzione, grazie all’introduzione di nuove metodologie terapeutiche. Una di queste è l’Emdr, dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, in cosa consiste?
«L’Emdr – tradotto letteralmente – è la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari. La nostra mente, al pari del nostro corpo, è capace di auto-guarirsi. Se ci tagliamo, le piastrine e le staminali cicatrizzano la ferita. Allo stesso modo, durante la giornata, proviamo tante emozioni diverse, ma non per questo ci ammaliamo. Ad esempio, provare tristezza in una determinata situazione non causerà una depressione. Nonostante questa innata capacità di auto-guarigione, potremmo imbatterci in degli eventi che causeranno una ferita che non guarisce da sola. Una determinata emozione potrebbe non passare, non scomparire. A questo punto è necessario intervenire. L’Emdr è una tecnica psicoterapeutica capace di far sbloccare la mente, di far ripartire la capacità di auto-guarigione, superando quella situazione traumatica in cui si era rimasti impigliati».
Quali sono i tipi di trauma che è possibile superare con l’Emdr?
«Ci sono i cosiddetti grandi traumi, come ad esempio un incidente stradale. La vittima potrebbe vivere uno stato attivazione emotiva tutte le volte che sentirà una frenata e per questo smettere di guidare. Con l’Emdr è possibile superare un’esperienza traumatica di questo tipo, caratterizzata da elementi molto specifici. Ci sono, poi, altre ferite, molto differenti da quella appena descritta, come quelle causate dai traumi relazionali. Possono verificarsi nel corso della vita, con le persone più diverse, come le figure di attaccamento, i maestri, i compagni di scuola. In questo caso,l’Emdr è utile a sbloccare le emozioni, le idee negative che la persona ha formulato su se stessa, come ad esempio “non sono capace”».
Esistono altre tecniche innovative che lei utilizza durante le sue sedute di psicoterapia?
«La Mindfulness, una tecnica di meditazione di origine buddista. È utile per i disturbi che presentano una componente ossessiva o dissociativa, come i disturbi ossessivo-compulsivi, quelli alimentari o dissociativi. È molto efficace e si basa sull’orientare la mente all’esperienza presente, intenzionalmente e senza giudizio».
In quanto tempo si ottengono i risultati?
«Difficile rispondere per l’Emdr. È accaduto che la sgridata di una maestra di pianoforte abbia richiesto 5 sedute per essere elaborata, mentre il lutto per la perdita della sorellina soltanto 20 minuti. Dipende dalla risposta individuale. Più in generale, decidendo di impostare una psicoterapia con Emdr, si prospettano una media di 30 sedute. Ma è solo una media. Il percorso con la Mindifulness, invece, dura 8 sedute».