La sveglia ricomincia a suonare, inesorabile, tutte le mattine alla stessa ora e il rientro a scuola sancisce ufficialmente la fine delle vacanze estive. Riabituarsi ai ritmi abbandonati ormai da tre mesi non è affatto scontato: si tratta di un momento delicato non solo per gli studenti, ma anche per i loro genitori. “Ritornare alla quotidianità a cui eravamo abituati prima delle vacanze, con orari più rigidi e impegni e scadenze più serrati, può richiedere un po’ di tempo. Perché durante la pausa estiva si poteva dormire di più o passare più tempo in compagnia delle persone care, si poteva procrastinare senza troppi sensi di colpa, o concedersi qualche sfizio in più, – spiega Federica Ciccanti, pedagogista, pedagogista clinico e mediatrice familiare -. Ma, continua l’esperta, il ritornare sui banchi di scuola non deve spaventare”.
Il vademecum della pedagogista
Ecco gli otto consigli della pedagogista per rendere questo nuovo inizio meno faticoso:
- Entusiasmo. Questa è la prima parola chiave, perché i figli percepiscono il nostro stato d’animo. La prima cosa che noi genitori dovremmo fare è contagiare i nostri ragazzi con il nostro entusiasmo. Riprendere le attività scolastiche vuol dire imparare qualcosa di nuovo, incontrare i compagni di classe, conoscere nuove persone e insegnanti, nuovi concetti che sicuramente saranno utili nella vita.
- Valorizzare. Sia che si stia per iniziare la scuola primaria (la prima elementare) sia che si stia proseguendo nel percorso scolastico, non spaventiamo i nostri ragazzi sui compiti educativi e formativi che li aspettano. Valorizziamo tutte le cose positive che saranno in grado di apprendere e le nuove conoscenze che faranno, come nuovi compagni di classe, o nuovi insegnanti. Su questo aspetto, i genitori dovranno preparare i figli, dedicando loro momenti di ascolto su quelli che possono essere i loro timori, anche sulla paura di non sentirsi adeguati all’incontro con gli altri magari perché non gli piace il loro aspetto fisico.
- Dialogo. Spesso, i genitori si preparano al rientro a scuola iper organizzati su tutti i fronti (libri, quaderni, orari dei mezzi, chat di classe, incastro con gli orari della palestra, della scuola di musica…) dimenticandosi il dialogo con i figli e dimenticandosi di quanto quell’organizzazione può togliere il fiato a tutti. Ok all’organizzazione e alla pianificazione, che sono fondamentali per far sì che tutto funzioni con meno imprevisti possibili, ma non dimentichiamoci di parlare con i nostri figli di cosa provano, di cosa li preoccupa, di cosa li può rendere felici, di cosa si aspettano, o di cosa potrebbe farli pensare di fallire.
- Favorire l’autonomia. Se stanno per iniziare o per proseguire le medie, i genitori dovrebbero mettere in conto di favorire una maggiore autonomia dei figli. Basta, in modo più o meno graduale, con il “ti aiuto coi compiti”. I tre anni delle medie sono il momento che precede al grande salto che porterà verso le superiori, e come tutti i salti importanti che la vita ci chiede di fare, va preparato e allenato per tempo. Quindi, insegniamo loro a pianificare il tempo dedicato ai compiti, chiediamo loro che rendimento si aspettano (non che rendimento ci aspettiamo noi!), e come vorrebbero impiegare il loro tempo libero.
- Sbagliare, si può. Nessun individuo è privo di errori. Nemmeno noi, nemmeno i nostri figli. Sbagliare, infatti, è uno strumento per comprendere come si può fare meglio. Da genitori non dovremmo riparare agli sbagli dei nostri ragazzi, ma dovremmo aiutarli a capire dove hanno sbagliato. Questo atteggiamento è molto più utile dell’intervento diretto del genitore, perché i figli sanno che noi siamo al loro fianco, senza sostituirci a loro. I ragazzi, così, imparano che se la possono cavare da soli, e rafforzano la loro autonomia.
- Evitare troppi impegni extra scolastici. Sì alle attività sportive o ad altre attività extrascolastiche che fanno bene a corpo e mente, ma non insistiamo nel volergli far fare a tutti i costi qualcosa che i ragazzi potrebbero percepire come una richiesta di prestazione in più. Questi momenti fuori dalla scuola devono essere prima di tutto un piacere, e non uno spazio da riempire. Il rischio è quello che i ragazzi abbandonino queste attività, aumentando il senso di frustrazione e di inadeguatezza che già possono provare per altro. Insomma, ascoltiamo i loro bisogni.
- Confronto. Questa è un’altra parola chiave da tenere a mente. Il confronto non deve mai essere intriso di giudizi, e prima di tutto richiede ascolto dell’altro. Se i nostri figli stanno per iniziare le superiori o per continuare questo percorso, vuol dire che sono adolescenti. E questa fase della vita, come sappiamo, è un momento estremamente delicato. Perché è qui che emerge il bisogno di appartenenza al gruppo dei pari, è ora che sentono il bisogno di sentirsi uguali agli altri ma allo stesso tempo diversi. Spieghiamo loro che la diversità è una ricchezza, e valorizziamo le peculiarità dei nostri figli.
- Dare regole. I figli hanno bisogno di sapere che noi ci siamo e che li sosterremo. Che saremo lì quando faranno errori, che li aiuteremo a comprendere dove hanno sbagliato. Hanno bisogno di avere un porto sicuro, in sostanza. Dare regole, in base all’età del figlio nella gestione dei compiti e dire dei no al momento opportuno, li aiuta nel loro percorso verso una sana autonomia.
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